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ars72
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Messaggio da ars72 »

Iggy Pop, i 70 anni dell'Iguana
Asshole Blues, non si smentisce con un singolo per il compleanno

Tanto per non smentirsi, il nuovo brano che Iggy Pop pubblica il 21 aprile in occasione del suo 70mo compleanno si intitola "Asshole Blues", è un blues spoglio chitarra acustica e voce che, nelle parole del suo autore-interprete "è la storia di uno stronzo che mi vuole rubare la scena. E' un brano carico di energia negativa, ascoltatelo a vostro rischio e pericolo". Ecco, appunto. E tanti auguri. James Newell Osterberg Jr., "l'iguana", per tutti Iggy Pop, non molla. D'altra parte se c'è uno che non avrebbe scommesso un cent sul fatto che sarebbe arrivato a festeggiare 70 anni è proprio lui che rimane uno dei simboli della furia trasgressiva nel rock.

Basta guardarlo sul palco: petto nudo, muscoli palestratissimi, continua come se nulla fosse la sua routine di padre fondatore del punk. Ed è sorprendente che una volta sceso dal palco, Mr Osterberg sia un tranquillo signore dallo sguardo spiritato che ha una passione per gli studi storici sull'impero romano. Per capire da dove provenga un personaggio del genere bisogna tornare alla Detroit dei primi anni '60. Iggy e i suoi amici erano degli emarginati bianchi che si sentivano lontani sia dalla musica della Motown, che aveva messo la Motor Town al centro del mondo, sia dalle lotte dei neri per il riconoscimento dei loro diritti. A Detroit però c'era la Grande Ballroom, una vecchia sala da ballo che diventò il cuore della musica alternativa: qui si esibivano gli Mc5 e le band più importanti.

Proprio qui cominciò l'avventura degli Stooges, la band che ha segnato la vita di Iggy Pop e che rappresentava in musica il furore di quei ragazzi. Un rock riportato al grado zero, senza concessioni e paure, il Punk suonato con anni di anticipo. Non era una musica da classifica, anche in quegli anni così pieni di slanci creativi e, tra mancanza di denaro e l'uso smodato di droghe pesanti, la situazione finì fuori controllo. All'inizio degli anni '70 Iggy Pop era senza band, senza contratto, senza casa e in balia della dipendenza da eroina. Lo ha salvato David Bowie che prima ha prodotto "Raw Power", l'album che ha fatto rimettere insieme gli Stooges (che si sciolsero di nuovo dopo un concerto finito in una rissa con un gruppo di bikers) poi producendo i due album solisti più importanti della carriera di Iggy Pop, "The Idiot" e "Lust for Life", l'album che, a parte la title track diventata poi il brano simbolo di "Trainspotting", contiene anche "The Passenger".

L'amicizia con Bowie ha dato altri frutti, visto che "l'iguana" è co autore di "China Girl", "Tonight" e "Sister Midnight". "Mi ha resuscitato - ha detto Iggy in un'intervista con il New York Times - La nostra amicizia era basata sul fatto che quest'uomo mi ha salvato da un punto di vista professionale e forse anche da un annientamento personale. E' molto semplice". In realtà ci sono voluti molti anni prima che si liberasse dalle sue dipendenze e riuscisse a tornare a un'esistenza che non fosse un inferno. A parte Bowie, a tenerlo a galla è stata la sua leggenda, il suo status riconosciuto di anticipatore, di simbolo vivente della trasgressione. Nella sua biografia arrivano dischi solisti fortunati come "Blah-Blah-Blah", "American Caesar", il ritorno degli Stooges, l'introduzione nella Hall of Fame del rock'n'roll, ben 18 colonne sonore di film che contengono sue canzoni, un biopic, "The Passenger" con Elijah Wood nei panni di Iggy, tanti concerti, l'inevitabile e sconvolgente autobiografia. L'anno scorso l'ultimo album solista, "Post Pop Depression". Anni fa il 70mo compleanno di Iggy Pop sarebbe stato quotato meno del Leicester campione d'Inghilterra. Oggi è una tranquilla realtà. Ma se si avvicinate a un suo concerto ricordatevi che lo fate a vostro rischio e pericolo.



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Auguri Iggy //99 quando lo vidi in concerto 20 anni fa era in formissima per l'American Caesar tour ..oggi è ancora in condizioni smaglianti. Pare ci sia stato di mezzo anche lo yoga a rimetterlo in piedi quando era con un piede e mezzo all'inferno senza ritorno.
Per quanto riguarda il primo periodo seminale per tutto il movimento punk con gli Stooges da vedere il docu-film " Gimme Danger" di Jim Jarmusch: stasera per i 70 anni di Iggy ci sarà la prima tv assoluta in Italia su Sky Arte.
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kira
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Messaggio da kira »

Auguri a mr. Walter Novellino che compie oggi 64 anni. //98
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Gina Lollobrigida..90 anni //135
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Messaggio da ars72 »

Felice Gimondi, 75 anni.

E domenica torna in bici per festeggiare

http://it.eurosport.com/ciclismo/felice ... tory.shtml
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Messaggio da kira »

Tanti auguri a Ringhio Gattuso per i suoi 40 anni: https://it.yahoo.com/sports/notizie/40- ... 53006.html

//98
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70 anni per Beppe Grillo!
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Auguri a Adriano Celentano, che compie 81 anni.
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Gabriel Omar Batistuta , compie 50 anni

http://www.ansa.it/sito/notizie/sport/c ... 14e81.html
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Auguri a Pele' , 80 anni

Ha vinto tre Mondiali senza tracce di sudore: è una leggenda tipo i Beatles o la Ferrari, un genio sempre a due metri da terra

https://www.corriere.it/sport/20_ottobr ... 3703.shtml
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Messaggio da ars72 »

I 60 anni di Maradona: il più grande genio del calcio

Ha vissuto molte vite, ha seminato eterna bellezza, ha regalato gioia a chi ama il calcio. Unico, divino, fragile. Tra la gloria e la polvere, le virtù e i vizi: ritratto del mito più controverso della storia del calcio

Maradona compie sessant’anni e se si volta indietro può dire di aver vissuto almeno tre-quattro vite. Il più iconico calciatore di tutti i tempi, il ragazzino arruffato nato povero tra le baracche di Villa Fiorita, El Pibe de Oro, lo «Scugnizzo ad honorem» che sempre verrà adorato a Napoli, l’uomo che disse «Yo juego para darle alegria a la gente» – gioco per divertire la gente – è stato senza ombra di dubbio il più straordinario campione affermatosi nell’era della globalizzazione mediatica, quando la vita di ognuno di noi ha cominciato ad assomigliare ad un reality show.

E la vita – anzi le vite – di Maradona altro non sono state che un lungo e bellissimo, ma anche doloroso, reality show. C’è un calcio prima di Diego e c’è un calcio dopo di Diego. È stato tutto, Maradona. Bambino prodigio capace di incantare palleggiando con un’arancia e fuoriclasse planetario amato trasversalmente da chiunque ami il gioco del calcio e la sua intima bellezza. E’ stato virtù e vizio, gloria e perdizione, talento purissimo e dipendenza. È morto – o almeno: per due volte il suo cuore si è fermato – ed è risorto, riuscendo sempre a rimettersi sulla testa la corona che il mondo gli ha consegnato.

L’uomo che oggi allena il Gimnasia La Plata ed è in isolamento perché un suo collaboratore è risultato positivo al Covid 19; ha sempre avuto il bisogno quasi fisico di avere nemici, facendo dei propri limiti – la bassa statura, la tendenza alla pinguedine – il piedistallo per una fama che ancora oggi – a quasi trent’anni dal suo ritiro – non conosce cedimenti. Non gli è mai mancato il coraggio di mettersi a nudo nella sua fragilità, nella sua incapacità di gestire affetti, amori, soldi, mogli, amanti, amici, figli e vizi, i tanti vizi – la droga prima di tutto – che oggi ci fanno pensare a cosa sarebbe stato – Maradona – senza i suoi abissi. Semplicemente: non sarebbe stato lui.

È stato – invece – epica e poesia in ogni suo gesto. Nessuno ha mai avuto con il pallone un rapporto così erotico, così sensuale, così primitivo e selvaggio. Ha segnato – all’Inghilterra – un gol con la mano chiamando in causa e a propria difesa «La mano de Dios», è stato l’eroe tragico di un’Argentina che in lui ha riconosciuto la sua anima, ha saputo essere suo malgrado fonte di ispirazione per tutti quelli che ieri e oggi cominciano a dare calci ad un pallone e per chi – nella sua vita – ha trovato la scintilla dell’eternità, come il regista Paolo Sorrentino che l’ha ringraziato quando ha vinto l’Oscar con La grande bellezza.

Il Maradona che oggi compie sessant’anni – seppure goffo, impacciato, zavorrato da un peso extralarge, confuso dall’abuso di farmaci e perduto in avventure professionali che non hanno rispetto della sua storia – conserva immutato il suo fascino. È ancora e sarà sempre un uomo del popolo, Maradona, il cavaliere con molte macchie e molta paura che però si schiera sempre contro il Potere costituito.

Non è un caso che in tutto il mondo oggi lo si celebri con l’affetto che si deve ai pochissimi capaci di emozionare e far fare al nostro cuore un giro più veloce, lo si omaggi con la riconoscenza che si deve a chi – baciato dalle stelle – è riuscito a rimanere un vecchio bambino, lo stesso che per anni – giocando a calcio – ha seminato una scia di bellezza infinita che ancora fa palpitare, come se il tempo passato fosse un dettaglio.

https://www.vanityfair.it/sport/calcio/ ... -argentina
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messinese12
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Re: AUGURI A...

Messaggio da messinese12 »

Il piu' grande di tutti......auguri //98
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