GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

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F.C.B.V.
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da F.C.B.V. »

Immagino che questa sorprendente attività marina porterà con se un numero spaventoso di vittime. Mi auguro che i governi etiopici (e non) prendano seri provvedimenti per cercare al meno di contenerne il numero. Anche se questo fenomeno si dovesse verificare tra 100 anni!

Sempre a proposito del continente africano, e della Rift Valley in generale, sapevo che una nuova deriva dei continenti porterebbe alla convergenze della zolla maghrebina verso l'Europa (con la cancellazione del Mediterraneo e della nostra penisola!) e la crezione di un'isola nel sud-est che spaccherebbe letteralmente in 2 il Malawi. la Tanzania ed il Mozambico. Ma questo fenomeno è almeno 1.000.000 di volte più lento rispetto a quello dell'Afar.
La cartina riportava questo cambiamento tra 100 milioni di anni!
Densetsu no hīrō.
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torquato flacco
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da torquato flacco »

Sono proprio tutti questi movimenti la causa dei terremoti e degli tsunami... L'Italia (ma quasi tutto il Mediterraneo...) è zona sismica proprio perchè il Nordafrica si sposta lentamente ma inesorabilmente verso nord... Tra qualche milione di anni l'Italia potrebbe avere una conformazione "orizzontale" (estesa da ovest verso est) la Puglia potrebbe attaccarsi all'Albania, l'Adriatico diventare un mare interno chiuso, poi ancora dopo l'Africa potrebbe fondersi con l'Europa e il Mediterraneo scomparire definitivamente...
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sergy452
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da sergy452 »

Brutta prospettiva!! :(
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ars72
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da ars72 »

torquato flacco ha scritto:Sono proprio tutti questi movimenti la causa dei terremoti e degli tsunami... L'Italia (ma quasi tutto il Mediterraneo...) è zona sismica proprio perchè il Nordafrica si sposta lentamente ma inesorabilmente verso nord... Tra qualche milione di anni l'Italia potrebbe avere una conformazione "orizzontale" (estesa da ovest verso est) la Puglia potrebbe attaccarsi all'Albania, l'Adriatico diventare un mare interno chiuso, poi ancora dopo l'Africa potrebbe fondersi con l'Europa e il Mediterraneo scomparire definitivamente...
e a quel punto riemergerebbe Atlantide :D

in realtà che sia esistita anche oggi pare tutto da dimostrare:


E'esistita Atlantide?

Atlantide è il leggendario continente perduto citato per la prima volta da Platone (che riprende la notizia da Solone) nel suo dialogo Crizia. Secondo il filosofo, era un immenso impero esistito 9.000 anni prima dei suoi tempi (Platone visse tra il 427 e il 347 avanti Cristo) su un'isola localizzata a grandi linee nell'oceano Atlantico, di fronte alle Colonne d'Ercole (l'odierna Gibilterra). Si trattava di un impero ricchissimo, ben organizzato, che aveva raggiunto un grado di civiltà molto elevato. Sprofondò nell'oceano tra terremoti e inondazioni.

Miti e teorie. Dai tempi di Platone, e fino ai giorni nostri, su Atlantide, sulla sua esistenza e sulle cause della sua fine si sono fatte centinaia di congetture. Aristotele bollò il racconto di Platone come un'invenzione, una leggenda e nulla più. Altri cercarono invece di dimostrare l'esistenza del continente perduto.

Tra i molti ricordiamo l'americano Ignatius Donnelly, che si sforzò di provare, portando reperti per la verità piuttosto dubbi, che non solo Atlantide è davvero esistita, ma che sorse proprio nell'oceano Atlantico. Alla disputa hanno posto fine studi geologici recenti, che hanno dimostrato che un continente come quello non avrebbe potuto esistere nell'oceano Atlantico dal Pleistocene (2.500.000-10.000 anni fa) all'epoca moderna.

Ipotesi credibile. Una teoria che invece sembra assumere sempre più i contorni della realtà è quella che vorrebbe posizionare l'antica Atlantide nell'Egeo, a cavallo delle isole di Thera (Santorini) e di Creta: in quella zona esisteva una fiorente civiltà che andò distrutta per una violentissima eruzione vulcanica, accompagnata da terremoti e maremoti, nel 1470 avanti Cristo.

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ars72
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da ars72 »

Il mistero dei "cerchi magici" della Namibia

Nelle pianure desertiche della Namibia sono state avvistate centinaia di formazioni circolari che sembrano apparire dal nulla, persistere per qualche decina d'anni, per poi sparire come sono comparse, lasciando soltanto deboli tracce sul terreno.

I "cerchi magici" della Namibia resistono in media 24 anni, con picchi di 75, stando a quanto sostiene una ricerca recentemente pubblicata su PLoS ONE. "Il perchè nascano questi cerchi è molto difficile a dirsi" spiega Walter Tschinkel, biologo della Florida State University e autore della ricerca. "Ci sono diverse ipotesi in ballo, e nessuna delle prove è convincente".
Durante un viaggio condotto nel 2005 all'interno della NamibRand Nature Reserve in Namibia, Tschinkel ha avuto modo di interessarsi ai "cerchi magici" osservandone centinaia disposti in modo apparentemente casuale lungo le praterie sabbiose della riserva.
Fino ad ora, nessuno si era interessato a fondo a questi cerchi, principalmente per motivi ambientali: la località in cui tendono a formarsi si trova a quasi 200 km dal primo villaggio, e il territorio è ostile, con temperature proibitive e animali selvaggi come struzzi, leopardi, antilopi e bestie di grossa taglia.
La riserva, infatti, si trova ai margini del Deserto del Namib, una delle località più aride del pianeta, e probabilmente in deserto più antico. Il Namib è composto da alture rocciose e veri e pripri mari di sabbia, con dune che possono estendersi per 30 km e raggiungere i 300 metri di altezza. Le temperature, lontano dalla costa, possono superare i 45°C durante il giorno, scendendo sotto allo zero durante la notte.
La sabbia del Namibia riempie, da milioni di anni, le praterie che si estendono ai margini del deserto, dando origine ad un terreno in costante mutamento per l'azione dei venti, e sostanzialmente privo di roccia solida.
I "cerchi magici" sembrano formarsi soltanto in questo tipo di terreno, e non appaiono sulla superficie di dune o di depositi alluvionali.
La prima ipotesi sulla natura di questi cerchi prevedeva la presenza di grossi nidi di termiti nel sottosuolo, ma gli scavi non hanno portato alla luce alcun indizio che possa collegare le formazioni circolari a questi insetti.
Si è quindi pensato alla differente composizione del terreno, intriso di diverse quantità di nutrienti, o permeato da tossine capaci di emettere vapori tossici dal terreno, ma anche in questo caso ci si trova in totale assenza di prove.
Le immagini satellitari e le foto aeree scattate tra il 2004 e il 2008 hanno mostrato che i cerchi sono relativamente stabili: fanno la loro apparizione dal nulla, e crescono in modo così rapido da essere difficilmente rilevabili durante la loro nascita, e rimangono pressochè identici per tutto l'arco della loro esistenza.
I cerchi sono resi ancora più evidenti dalla crescita delle piante: la vita vegetale sembra seguire il perimetro di queste formazioni, contribuendo ad evidenziarne i contorni. I cerchi più piccoli hanno un diametro di 2 metri fino al loro perimetro vegetale, mentre i più grandi possono raggiungere le dimensioni di 12 metri.
Il vento, trascinando via la sabbia dall'interno dei cerchi, trasforma queste formazioni in piccole depressioni, che col tempo vengono ripopolate dalle piante per poi trasformarsi in una debole traccia sul terreno del cerchio originale.
L'ipotesi su cui sta indagando Tschinkel è che i cerchi siano il risultato di una qualche forma di auto-organizzazione tra le piante.
"Ci sono alcuni modelli matematici basati sull'idea che le piante possano attrarre risorse verso di loro, cosa che ha un impatto positivo sulla crescita locale, ma negativo su piante che si trovano a distanze superiori".
Il modello matematico sembra ricreare paesaggi molto simili ai "cerchi magici" della Namibia, ma non si ha ancora la minima idea di come le piante possano creare queste figure circolari. Sempre ammesso che questa sia la spiegazione corretta.
"Non sono affatto preoccupato che questo mistero venga risolto in tempi brevi" sostiene Tschinkel. "E la persistenza del mistero lo rende ancora più intrigante. E' scienza, giusto? Se si sapessero le risposte in anticipo, non sarebbe così divertente".

http://www.ditadifulmine.com/2012/06/il ... della.html
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F.C.B.V.
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da F.C.B.V. »

CATALOGNA A NOVEMBRE AL VOTO ANTICIPATO
26/09/2012 08:56


AL VOTO ANTICIPATO La Catalogna andrà alle urne per le elezioni regionali il 25 novembre, con due anni di anticipo. Lo ha annunciato il presidente della regione spagnola, Artur Mas. La decisione arriva dopo il rifiuto del premier spagnolo Rajoy di negoziare l'autonomia di bilancio chiesta da Barcellona, dove sono in molti a favore dell'indipendenza dal governo di Madrid "E' giunto il momento delle decisioni importanti", ha detto Mas, che non mira all'indipendenza. Poi però ha aggiunto: "Se la Catalogna fosse uno Stato, saremmo tra i primi 50 Paesi esportatori del mondo".

tratto da = www.televideo.rai.it

Il ministro parlava dell'indipendenza economica, giusto? Possibile che la Catalunia si possa distaccare dal resto del Regno?
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ars72
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da ars72 »

Pioggia meteoriti in Russia, circa 500 feriti

In ospedale 14 persone e danni in sei città. Violente esplosioni a bassa quota nell'atmosfera


MOSCA - Una pioggia di meteoriti ha provocato stamani violente esplosioni a bassa quota nell'atmosfera negli Urali e nelle regioni centrali della Russia. Lo hanno riferito le agenzie, citando le autorità locali e testimoni.

Quasi 500 (474) le persone rimaste ferite, tra cui 14 ricoverate in ospedale, dalla pioggia di meteoriti che stamani ha provocato violente esplosioni a bassa quota nell'atmosfera negli Urali e nelle regioni centrali della Russia. La Protezione Civile ha già inviato sul posto 20mila uomini; sei le città che hanno subito danni. La maggioranza dei feriti - nessuno grave - è stata colpita dai vetri delle finestre infranti a seguito delle esplosioni create dall'impatto dei frammenti. Tutte le scuole e gli asili della regione sono state chiuse. Il fenomeno è stato registrato anche a Tyumen, Kurgan, nella regione di Sverdlovsk, e nel Kazakhstan settentrionale.

La pioggia di meteoriti "é la prova che non solo l'economia è vulnerabile, ma l'intero pianeta" ha dichiarato il premier russo Dmitri Medvedev, augurandosi che l'evento non causi gravi conseguenze. Allo stesso tempo Medvedev, come riportato dalla radio Kommersant FM, ha ipotizzato che la caduta dei corpi celesti diventi "un simbolo del forum" economico in corso in Siberia.

Secondo l'esperto di meccanica celeste Andrea Milani, dell'università di Pisa e responsabile del gruppo di ricerca NeoDyS, specializzato nel calcolare le orbite degli asteroidi più vicini alla Terra. "Non c'é nessun legame tra la pioggia di meteoriti in Russia e il passaggio ravvicinato dell'asteroide 2012 DA14. Tra i due eventi - ha detto - non c'é alcuna relazione".

Fra la pioggia di meteoriti e il passaggio dell'asteroide non può esserci alcuna relazione, ha proseguito Milani, perché tra i due fenomeni c'é una distanza di 24 ore. Per avere un'idea di che cosa significhi questo intervallo di tempo, ha proseguito, basti pensare che "in un'ora un asteroide può percorrere un milione di chilometri". Le 24 ore che separano i due venti si traducono quindi in una notevole distanza nello spazio. "Per questo motivo - ha rilevato l'esperto - non c'é alcuna regione di pensare ad un nesso tra i due eventi".

"Le immagini della pioggia di meteoriti che stanno circolando su Internet - prosegue Milani - mostrano una scia che sembra caratteristica dell'impatto di un asteroide. E' quindi probabile che a causare la pioggia di meteoriti sia stato l'impatto di un asteroide, naturalmente diverso da 2012 DA14, e probabilmente più piccolo di questo. Le immagini - conitnua - mostrano una scia luminosa, una lunga traccia discontinua che si allarga e si restringe, interrotta da piu’ esplosioni. Una scia del genere é provocata da un oggetto che scarica parte della sua energia frammentandosi. E' così che un asteroide che eplode nell’impatto con l'atmosfera terrestre si trasforma in una pioggia di meteoriti".

( ansa.it )
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ars72
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da ars72 »

Asteroide sfiora la Terra

L’asteroide DA14 catturato dai telescopi
DA14 è passato a 27.700 chilometri transitando sopra l’Oceano indiano

È arrivato puntuale l’asteroide 2012 DA14 che ha salutato da vicino la Terra, alla distanza record di soli 27.700 chilometri. Il passaggio ravvicinato è avvenuto intorno alle 20,40 (ora italiana) e non vi sono collegamenti con la pioggia di meteoriti che ha colpito la Russia. In quel momento l’asteroide stava sorvolando l’Oceano Indiano, alla velocità di 7,8 chilometri al secondo.

È stata una occasione unica per osservare da vicino uno degli oggetti che orbitano nelle vicinanze della Terra, chiamati Neo (Near Earth Objects), altrimenti osservabili solo con costose missioni spaziali. Il passaggio ravvicinato è stata un’occasione da non perdere anche per gli appassionati del cielo perché l’asteroide è stato visibile con piccoli binocoli e con telescopi amatoriali modesti. Al momento del massimo avvicinamento l’oggetto è stato visibile anche dall’Italia, ma un cielo nuvoloso ha rischiato di rovinare le osservazioni programmate. Numerose sono state le iniziative organizzate in tutta Italia dall’Unione Astrofili Italiani (Uai), «sia negli osservatori, sia all’aperto, lontano ovviamente da fonti di inquinamento luminose» spiega il presidente dell’Uai, Mario Di Sora.

Del diametro di circa 45-50 metri, il corpo celeste è stato scoperto da un gruppo di astrofili spagnoli del programma Survey La Sky Sagra, gestito dall’Osservatorio Astronomico di Maiorca in Spagna, il 22 febbraio 2012. Al momento della scoperta l’oggetto era a 4,3 milioni di chilometri dalla Terra. La sua composizione non è nota e solo con le osservazioni radar si potrà ottenere una stima più precisa delle dimensioni, forma e rotazione di questo sasso cosmico. Il passaggio è avvenuto molto al di fuori dell’atmosfera terrestre ma all’interno della fascia di satelliti in orbita geostazionaria, che si trova a 35.800 chilometri dalla Terra. A rendere speciale questo oggetto è il fatto che il suo avvicinamento è il più vicino approccio alla Terra mai previsto per un oggetto così grande. Resterà nel sistema Terra-Luna circa 33 ore e lo lascerà il 16 febbraio, alle 13 ora italiana. Sarà un arrivederci perché sono previsti altri avvicinamenti alla Terra, come per esempio nel 2026. L’orbita dell’asteroide intorno al Sole, spiega la Nasa, è piuttosto simile a quella della Terra e rende i passaggi di questo oggetto relativamente vicini all’orbita del nostro pianeta. Ma quello di quest’anno è di gran lunga il passaggio più ravvicinato.

( lastampa.it )
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ars72
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da ars72 »

Scoperto “continente perduto” in fondo all’Oceano Indiano

E’ stato scoperto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dal norvegese Trond Torsvik dell’università di Oslo che lo descrive sulla rivista Nature Geoscience. Si tratta di un micro-continente nascosto sotto enormi masse di lava e sarebbe un frammento che si è staccato dalle placche continentali di Madagascar e India

Si chiama Mauritia ed è un continente ‘perduto’ scoperto in fondo all’Oceano Indiano.
Il continente, che ricorda il mito di Atlantide, si trova sotto le isole Reunion e Mauritius. E’ stato scoperto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dal norvegese Trond Torsvik dell’università di Oslo che lo descrive sulla rivista Nature Geoscience. Si tratta di un micro-continente nascosto sotto enormi masse di lava e sarebbe un frammento che si è staccato dalle placche continentali di Madagascar e India quando si sono separate 60 milioni di anni fa. Tali micro-continenti sepolti negli oceani, secondo gli esperti, potrebbero essere più numerosi di quanto si immagini. Il frammento si sarebbe staccato da Madagascar e India a causa dei pennacchi di magma attualmente situati al di sotto delle isole Marion e Reunion, che con la loro attività hanno fatto nascere il bacino che ospita l’Oceano Indiano. I pennacchi sono gigantesche bolle di roccia fusa, ossia magma, che salgono dal mantello situato in profondità e ammorbidiscono le placche tettoniche dal basso, fino a quando le placche si rompono. La zona di rottura si trova ai limiti delle masse continentali di Madagascar e India. Un altro frammento, ma emerso, che si è staccato durante la separazione di queste due masse, è costituito dalle isole Seychelles.

I ricercatori hanno scoperto il micro-continente Mauritia analizzando la composizione della sabbia della spiaggia dell’isola di Mauritius nell’Oceano Indiano occidentale. Fra questi grani sono stati scoperti minuscoli zirconi, pietre semi-preziose, che hanno una età compresa tra i 660 e il 1970 milioni di anni. Secondo gli autori gli zirconi sono piccolissime ‘briciole’ del continente ‘perduto’ perché si sono formati nei processi geologici della crosta continentale che ha quell’età e che è sepolta sotto strati di lava. Sarebbero stati trasportati in superficie dall’attività vulcanica recente, quando il magma ha premuto sotto la crosta continentale. Questi dati sono stati integrati con un modello della tettonica a zolle, che spiega esattamente come e dove i frammenti sono finiti nell’Oceano Indiano, durante la separazione di Madagascar e India. “Da un lato, il modello mostra la posizione delle placche rispetto ai due punti caldi al momento della rottura” osserva Bernhard Steinberger del Centro di ricerca tedesco per le geoscienze (Gfz). “D’altra parte – aggiunge – siamo stati in grado di dimostrare che i frammenti del continente hanno continuato a vagare quasi esattamente sopra il pennacchio di Reunion, e ciò spiega perché successivamente sono stati coperti dalla roccia vulcanica”.

( ilfatoquotidiano.it )

però un nome un pò piu' originale lo potevano trovare..
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kira
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da kira »

Una nuova stella brilla nel nostro cielo d'agosto. L'esplosione di un astro visibile tra Vega e Altair a occhio nudo da lunedì sera

In queste notti il cielo ci regala un inatteso spettacolo. Appena sfumate le stelle cadenti, le lacrime di San Lorenzo, il 14 agosto l'astrofilo giapponese Koichi Itagaki di Yamagata scopriva un brillare insolito nella costellazione del Delfino. Era una stella Nova e la sua luce appariva incastonata tra la stella Vega più a nord e Altair a sud. Col passare dei giorni la sua magnitudine aumentava rendendosi sempre più visibile ed ora che ha raggiunto un valore intorno a 4 si può osservare a occhio nudo in campagna e al mare o con un binocolo anche dalle città. L'Unione astronomica internazionale confermava le caratteristiche dell'astro che veniva quindi battezzato «Nova Delphini 2013».
A 97 ANNI LUCE - La Nova dista da noi 97 anni luce e la sua immagine potrebbe rimanere nelle nostre notti per diversi giorni, gareggiando nell'occasione con la Luna che sarà piena il prossimo 21 agosto. La Nova è uno straordinario fenomeno celeste che accade su una stella già esistente. È una potente esplosione nucleare che però non distrugge l'astro sul quale avviene, una nana bianca. Si tratta di un astro non molto grande, con la taglia pressappoco della nostra Terra ma con una massa ben più consistente paragonabile a quella del Sole. Accade che quando ruota assieme a un'altra stella (un sistema binario) la sua forza di gravità riesca a strappare alla compagna l'idrogeno accumulandolo sulla sua superficie. Il progressivo deposito del gas via via si riscalda sempre più, e, complice la gravità, la pressione e la temperatura aumentano finché si raggiungono le condizioni per innescare una reazione di fusione nucleare convertendo molto velocemente parte del gas in elementi più pesanti. La superficie dell'astro viene di conseguenza sconvolta, la coltre superficiale vola via e un poderoso lampo la rende subito visibile.
STELLE NUOVE - Ma non è il disastro finale come si potrebbe immaginare. Il fenomeno era conosciuto anche dagli antichi che lo avevano battezzato «stelle nuove». Naturalmente come nasce, il processo finisce anche nel volgere di un ragionevole lasso di tempo (in alcuni casi si è rivelato pure molto breve). Ma l'osservazione del cielo ha dimostrato che può tornare a ripetersi sulla stessa stella: tutto dipende dalla compagna e dalla capacità di rubarle altro materiale. Così tutto può ricominciare fino a un nuovo lampo. Addirittura è accaduto che sulla stella Ophiuchi il fenomeno si sia ripetuto per sei volte nell'arco di un secolo, a cominciare dal 1898 per arrivare all'ultimo spettacolo del 2006. Quindi gli astronomi hanno concluso che la nascita di una Nova sia un episodio astronomico ricorrente e che l'intervallo di tempo che separa un'esplosione dall'altra dipenda da quanto luminosa riesce a diventare.
IN DIRETTA - La Nova Delphini che anima il cielo d'agosto si può seguire in dettaglio anche sul sito Internet degli astrofili italiani, trovando particolari per seguire più in profondità l'avvenimento e cogliere anche gli altri eventi che caratterizzano il periodo estivo. Il momento è favorevole per godere le meraviglie del cosmo. Grazie proprio alla bella stagione e alle vacanze che ci portano in località dove è più facile alzare gli occhi al cielo con soddisfazione.

Fonte: http://www.corriere.it/scienze/13_agost ... 09c3.shtml
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da ars72 »

Asteroide: passato senza danni ma questa sera una nuova visita, 2014 EC

Come previsto, l'asteroide 2014 DX110 è passato ieri sera nei pressi della Terra senza provocare danni al nostro pianeta. Col suo diametro di circa 30 metri, la roccia spaziale è passata alle 22 circa ora italiana ad una distanza di 350 mila chilometri. Ma oggi è in arrivo una nuova visita: 2014 EC.

Un incontro da ricordare quello con l'asteroide, ieri vicino alla Terra ancor più della Luna. Basti pensare che la distanza media tra il nostro pianeta e il suo satellite è di circa 385.000 km.

Come accade circa 20 volte l'anno grazie alle capacità di rilevamento attuali, è stato possibile prevedere che l'asteroide non avrebbe incrociato l'orbita della Terra, anche se tale roccia è stata scoperta meno di una settimana fa. Ad individuarla è stato il 28 febbraio scorso il telescopio Ritchey-Chrétien dall'osservatorio PanSTARRS, quando aveva una magnitudine apparente pari a 20.

2014 DX110 è il più grande asteroide volato dentro l'orbita della Luna insieme a 2013 PJ10 passato il 4 agosto scorso a soli 371mila km dalla Terra.

L'evento di ieri è stato seguito in diretta anche dal Virtual Telescope. Ben 102 le immagini state scattate ieri con un'esposizione di 3 secondi utilizzando l'unità robotica Planewave 17.

Quest'ultimo ha rilevato però la presenza di un nuovo asteroide in avvicinamento. Si tratta di 2014 EC, che volerà oggi, 6 marzo, a soli 80.000 km dalla Terra, circa un quinto della distanza dalla Luna.

Ad annunciarne la scoperta è stato il Minor Planet Center. L'asteroide 2014 CE ha un diametro stimato tra i 4 e i 14 metri e volerà praticamente sopra le nostre teste alle 23:05 ora italiana. Ancora una volta gli esperti rassicurano, viste le distanza la Terra non corre alcun pericolo, non ci saranno collisioni.

Per osservarne in diretta il passaggio è possibile collegarsi a partire dalle 20 di questa sera al sito del Virtual Telescope :

http://www.virtualtelescope.eu/webtv/


Fonte:
http://www.nextme.it/scienza/universo/a ... gi-6-marzo
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da ars72 »

Super luna, si potrà vedere nella notte dell’8 settembre

Nella notte di lunedì 8 settembre potremo ammirare ancora la super luna, il nostro satellite ad una distanza minima dalla terra. L’evento quest’anno si è ripetuto per ben tre mesi consecutivi, durante questa estate: la prima volta il 12 luglio, la seconda lo scorso 10 agosto, notte di San Lorenzo, e la terza ed ultima l‘8 settembre. Per rivedere nuovamente la super luna dovremo poi aspettare fino al 14 novembre del 2016.
La super luna viene definita tale per la coincidenza di due fattori: il plenilunio (luna piena) e il perigeo.
Il perigeo è il punto dell’orbita più vicino alla Terra (distanza orbitale minima), mentre l’apogeo è la distanza massima del satellite dalla Terra.

http://www.magazinet.it/
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da ars72 »

Grande attesa per l'eclissi di sole del secolo, venerdì in Italia sarà quasi buio totale

Quasi ci siamo, mancano pochi giorni al grande evento naturale. Di quelli che lasciano con il fiato sospeso. Da sempre, nella storia dell'umanità, un'eclissi è un momento magico: una volta inspiegabile, oggi scientificamente comprensibile. Ma sempre magico. Il 20 marzo, venerdì prossimo, è una data che gli appassionati di astronomia, e non solo, devono segnarsi sul calendario: ci sarà infatti un'eclissi totale di Sole, di quelle come non se ne vedono da tempo, anche in Italia. Grande mobilitazione per l'evento di venerdì: dalle decine di Sun Party organizzati sul territorio dall'Unione Astrofili Italiana (Uai), fino ai mini-satelliti Proba mobilitati dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) per seguire l'evento dallo spazio. Il "bacio" tra Sole e Luna inizierà alle 10,31 a Roma, pochi secondi dopo anche a Milano, e durerà complessivamente un'ora. Dal Nord Italia si potrà vedere la Luna coprire più del 70% del disco solare, dal Sud circa il 50%, mentre sarà totale solo dalle remote isole Svalbard.

Una falce di sole, e non di Luna. Questo sarà il fenomeno astronomico che accadrà davanti ai nostri occhi rivolti all'insù. La Luna oscurerà il Sole per qualche minuto e nel nord dell’Europa l’eclissi del secolo, come qualcuno l’ha battezzata, sarà totale: per lunghissimi secondi l’astro scomparirà del tutto. In Italia avremo la possibilità di vedere un’eclissi parziale ma comunque eccezionale perché arriveremo a cogliere circa 70 per cento del fenomeno e quindi le ombre avvolgeranno bene la nostra Penisola. La prossima eclissi con valori così elevati la potremo seguire soltanto nel 2026 e il buio totale sarà in Islanda.

GLI EVENTI Saranno decine gli eventi organizzati in tutta Italia per seguire lo spettacolo in compagnia di astrofili 'armatì di telescopi e in completa sicurezza. La Uai organizza Sun Party dalla Sicilia al Piemonte, la lista completa è sul sito web della rete astrofili. Anche l'Esa punterà gli 'occhì al Sole con i minisatelliti Proba che riprenderanno l'eclissi da 800 chilometri di altezza. Le immagini verranno trasmesse a Terra nella sede di Noordwijk nei Paesi Bassi che rimarrà aperta al pubblico.

LE PREVISIONI METEO Ottime notizie per tutt’Italia e gran parte d’Europa. Venerdì l’attesissima eclissi solare che incanterà milioni di persone troverà condizioni meteo favorevoli all’osservazione su gran parte d’Italia. Dopo la brusca ondata di maltempo iniziata ieri e che perdurerà fino a mercoledì, sull’Italia dovremmo vivere una breve tregua e proprio in concomitanza con l’eclissi solare avremo una giornata di bel tempo, soprattutto una mattinata senza nubi e precipitazioni in modo particolare al centro e al sud, dove sarà possibile ammirare l’eclissi nel suo spettacolo. In bilico, invece, la possibile osservazione al nord, dove potranno esserci più nubi e forse anche delle precipitazioni.

COME OSSERVARLA «A Roma - spiega Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e coordinatore scientifico del Planetario di Roma, che trasmetterà l'evento anche in diretta streaming - l'eclissi inizierà alle 9.24, raggiungerà il massimo alle 10.31 e finirà alle 11.42. Ci sarà una copertura di circa il 62%. A Milano inizierà e terminerà un minuto prima».

Un evento da non perdere, sottolinea Masi, «anche perchè non è molto frequente. Per vedere poi anche dall'Italia la prossima eclisse, che comunque avrà una copertura inferiore a questa, bisognerà aspettare fino al 2022». Le altre eclissi parziali, che si sono viste negli ultimi anni del nostro Paese, sono quelle del gennaio 2011 e dell'agosto 1999.

«Attenzione però - conclude Masi - un'eclissi del genere non può essere osservata a occhio nudo o con dei normali occhiali da sole. Bisogna dotarsi o di occhialini specifici, acquistabili a poco prezzo nei negozi di materiale astronomico, o guardarla attraverso la proiezione indiretta di un telescopio, dotato di appositi filtri. Diversamente si rischiano seri danni alla retina». Chi invece volesse godersi lo spettacolo di un'eclissi totale dovrà raggiungere le isole Svalbard o Faroer, ma pare che già da settembre non ci sia più un posto letto libero.

LA STORIA Un'eclissi solare particolarmente famosa fu quella che si verificò il 29 maggio 1919 in Africa, osservata da una spedizione di due gruppi di astronomi britannici. Un gruppo, guidato dall'astrofisico inglese Arthur Eddington, documentò l'evento scattando fotografie su 16 lastre, di cui, in seguito allo sviluppo, soltanto due si rivelarono utilizzabili. Misurando attentamente la posizione delle stelle vicine al disco solare eclissato (del gruppo delle Iadi) fu possibile rilevare uno spostamento medio di 1,6 secondi d'arco rispetto alla loro posizione normale, valore molto simile a quello previsto di 1,75 secondi d'arco. Il fenomeno che giustificava tale spostamento era la deflessione della luce che attraversa un campo gravitazionale. Queste misure costituirono la prima conferma sperimentale (entro gli errori di misurazione) di uno degli effetti previsti dalla teoria della relatività generale pubblicata tre anni prima da Albert Einstein.

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Messaggio da Maremma »

ars72 ha scritto:per me erano le materie " preferite "( capitali, confini, fiumi, stelle etc )..
sergy452 ha scritto: Anche per me geografia era la mia materia preferita, alle elementari sapevo già tutto e la maestra mandava me a segnare nella cartina!
Gioventù Biancoceleste ha scritto: Idem io!
alcamo e tornato ha scritto: mi aggiungo al club " amici della Geografia"
Mi associo al club!
Un asso in Geografia (ma appassionato anche di materie umanistiche) e una pippa immonda in Matematica :P

Felice di aver dato finalmente una risposta al morbo da appassionato di calcio dilettantistico

:lol:
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Re: GEOGRAFIA e ASTRONOMIA

Messaggio da sergy452 »

Quindi si può dire che che è appassionato di Geografia, è anche appassionato di calcio dilettantistico :-D :lol:
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