Amatrice verso la secessione: nella notte il sì al referendum
Via dal Lazio per chiedere annessione a Marche o Abruzzo
RIETI - Referendum per la secessione, guerra a suon di dichiarazioni e ricorso al Tar. Si fa sempre più rovente la diatriba tra il Comune di Amatrice, provincia di Rieti, e la Regione Lazio. Nella notte di mercoledì la maggioranza ha stabilito che ci sarà la consultazione popolare che potrebbe sfociare nel divorzio tra il Comune e la Regione. E al mattino il sindaco Sergio Pirozzi aveva firmato una delibera per impugnare di fronte al Tar il decreto del commissario straordinario alla Sanità che, tra le altre cose, riconverte in Casa della Salute il locale ospedale «Grifoni». Stessa procedura che, a quanto riferisce Pirozzi, starebbe per intraprendere anche Alberto Bambini, sindaco di Acquapendente, vicino a Viterbo, che si trova in una simile situazione.
Pronti alla secessione
Il battagliero Pirozzi ha annunciato che i legali dei due Comuni sono in contatto in per coordinare i ricorsi e non esclude che anche Acquapendente, che confina con l’Umbria e la Toscana, possa intraprendere la strada della consultazione popolare, prevista dalla Costituzione, per staccarsi dal Lazio. «Sia a me che al collega Bambini nel corso delle riunioni con la Regione avevano detto la stessa cosa, che era tutto a posto, - afferma Pirozzi – e invece nel decreto non siamo riconosciuti come aree disagiate. Ci sentiamo presi in giro».
L’ospedale della discordia
Non sono bastate al sindaco nemmeno le ultime rassicurazioni giunte dalla Regione. «La polemica in merito al futuro dell’ospedale di Amatrice non ha motivo di esistere perché verranno comunque garantiti ai cittadini i medesimi livelli di assistenza previsti per i presidi nelle zone disagiate», spiega una nota della Pisana. «La Regione Lazio segue con particolare attenzione la sanità reatina e garantisce che non ci sarà nessun taglio né riduzione dei servizi, nonostante le norme restrittive contenute nel regolamento di attuazione della legge statale 135/12».
Polemica a distanza
A conferma di questa attenzione - continua la nota - già nei programmi operativi approvati il 25 luglio la Regione mantiene nell’ospedale del capoluogo, Rieti, il punto nascita come unità di I livello in grado di assistere parti a medio rischio e neonati con patologia intermedia, nonostante i numeri previsti dal regolamento degli standard qualitativi per strutture di questo tipo. «Questo è solo un esempio, perché verrà adottato lo stesso criterio per tutte le altre specialità presenti nell’ospedale e che dunque non subiranno tagli di alcun genere» spiegano ancora dalla Regione. «Il comunicato della Regione Lazio? È un ulteriore schiaffo, peggiora le cose. Dimostra che sono in cattiva fede. Ne prendo atto, e vado avanti con più forza nella richiesta del referendum per lasciare il Lazio. Mi stanno costringendo», la controrisposta di Pirozzi.
Lazio addio
Non basta al sindaco la promessa di garantire i medesimi livelli «di assistenza previsti per i presidi nelle zone disagiate». «Perché nel decreto - spiega - si parla di riconversione in Casa della Salute, e nelle Case della Salute non sono previsti determinati standard», come «il punto di primo intervento, il laboratorio di radiologia, il laboratorio di analisi e i posti di medicina generale». Tutti aspetti che Pirozzi vuole nero su bianco nel decreto e non in un comunicato stampa. «Nel vecchio decreto 80 (quello della precedente governatrice-commissario Renata Polverini, ndr) - afferma ancora il sindaco di Amatrice - tra le aree disagiate c’erano appunto Amatrice e Acquapendente. Ora ci sono Monterotondo, Subiaco e Bracciano. Infine nella nota citano Amatrice ma non Acquapendente, forse perché ad Acquapendente c’è una giunta di centrosinistra?».
corriere.it
Una curiosità ..in-topic
: il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, da anni allena sui campi di Lega Pro, Serie D ed Eccellenza, con un passato anche nel settore giovanile dell'Ascoli.
Nell'ultima stagione ha allenato per alcune giornate la Viterbese.