Fatti di cronaca

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ars72
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Fatti di cronaca

Messaggio da ars72 »

Carrera adesso è nei guai
Una telecamera lo smentisce


Le immagini dello schianto che sulla A4 ha ucciso due ragazze la notte di Capodanno non coincidono con la versione dell'ex difensore, indagato per omicidio colposo. Aveva detto di non aver visto la macchina per il buio ma sono invece tante le auto ferme con le quattro frecce


MILANO, 3 gennaio 2011 - "Sembra una esplosione". È quello che gli agenti della Polizia stradale hanno visto analizzando le immagini di una telecamera puntata sull’A4 tra Dalmine e Bergamo la notte di Capodanno nel momento in cui la Mercedes R dell’ex calciatore Massimo Carrera ha centrato in pieno la Ford KA nella quale sono morte le studentesse Chiara Varani e Patrizia Paninforni, entrambe di 23 anni. Chi indaga ha adesso un quadro più chiaro di quello che è accaduto alle 3.30 di sabato, che non coincide con le dichiarazioni di Carrera ("Era buio, non le ho viste").
Tante luci — Secondo quanto si è saputo dalla Polstrada, la Ford KA con a bordo Chiara, Patrizia e l’amica Nadia (ferita) viaggiava sulla seconda corsia, preceduta da un’auto con la mamma di Chiara e il compagno, il fratellino Luca e la nonna Carmen. In fase di sorpasso la Fiat Punto, guidata da un 38enne vicentino, ha colpito la Ford KA sulla parte posteriore sinistra, ribaltandosi. Il pre test dell’etilometro a cui è stato sottoposto il vicentino, che non ha valore medico-legale, è positivo: tasso alcolico di 1,4 grammi per litro di sangue (il limite è 0,5). Si attende la conferma dagli esami ematici. Le immagini mostrano la Ford KA di traverso tra la seconda e la terza corsia, l’auto con i parenti di Chiara ferma più avanti sulla corsia d’emergenza e altre macchine che mettono le quattro frecce e frenano. "Sembra di vedere un albero di Natale, con le luci a intermittenza", dice chi ha visionato il filmato. Dopo 2-3 minuti c’è un altro impatto lieve tra una Mercedes ML (il guidatore aveva un tasso di alcol nel sangue di 0,39) e la Ford KA. La mamma di Chiara fa uscire dall’auto Nadia e parla con la figlia, che è al posto di guida e ha un piede imprigionato. Anche Patrizia è viva, ma non riesce a liberarsi.
La Ka delle due giovani colpita dalla Mercedes di Carrera. Ansa lo schianto — Circa 7-8 minuti dopo il primo incidente si vede la Mercedes R a 7 posti di Carrera piombare sulla Ford KA. "Sembra una esplosione", dice chi indaga. L’ex juventino era in auto con la moglie Pinuccia, la secondogenita e tre amiche della figlia. Secondo la Polstrada non è stato sottoposto all’etilometro (ma qualcuno ha fatto sapere ai giornalisti che il valore del test sarebbe vicino a 1, prima di smentire), solo agli esami del sangue, i cui esiti saranno noti tra qualche giorno. Carrera e gli altri due conducenti, comunque, sono indiziati a piede libero per omicidio colposo.

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ars72
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da ars72 »

Commando con pistola rapina villa di Serse Cosmi. Minacce e ceffoni, poi la fuga col bottino

Avrebbero rotto con una mazza una finestra al piano superiore creando un foro nel vetro anti-sfondamento attraverso il quale avrebbero poi aperto la maniglia. Così un alcuni di rapinatori a volto coperto, probabilmente stranieri, hanno fatto irruzione circa alle 2.30 nella notte tra martedì e mercoledì nella villa di Serse Cosmi a Brufa. In quel momento l’allenatore stava preparandosi ad andare a letto.

La dinamica Secondo le prime informazioni raccolte tra persone vicine alla famiglia, la prima ad accorgersi dei rapinatori sarebbe stata la figlia, che si è precipitata sulle scale cercando di raggiungere il resto dei familiari. Proprio in quel momento gli altri malviventi (forse cinque in tutto) si sarebbero introdotti nella villa dal pian terreno.

Pistola e colpi Una volta all’interno, avrebbero bloccato Cosmi, la moglie e la figlia intimando loro di consegnare tutto quanto di prezioso avevano in casa, colpendo anche l’allenatore con un paio di ceffoni. Il bottino, contanti e qualche gioiello, non sarebbe stato però così ingente. La paura invece tanta, dato che i rapinatori erano armati di pistola che non avrebbero esitato a puntare alla testa del padrone di casa, il quale avrebbe cercato di assecondarli per non creare pericoli alla famiglia. Il timore era peraltro anche che rincasasse l’altro figlio, che avrebbe potuto trovarsi davanti i malviventi.

Chiusi nell’armadio a muro Consegnato quanto volevano, i rapinatori avrebbero chiuso Cosmi e i familiari in una stanza-armadio, intimando di non muoversi da lì per almeno 20-30 minuti e di non cercare aiuto perché sarebbero rimasti in zona. Una volta sicuro, l’allenatore è uscito dando l’allarme e chiamando la questura, dove si è recato la mattina successiva per sporgere denuncia.

No comment Cosmi, come gli inquirenti, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Sulla rapina indaga la squadra mobile diretta da Marco Chiacchiera, che sta raccogliendo gli elementi in suo possesso per mettersi sulle tracce dei malviventi.

Altre rapine simili Rapine con un simile modus operandi erano avvenute nelle scorse settimane a Passaggio di Bettona e a San Terenziano. Gli inquirenti verificheranno se tali episodi possano essere collegati tra loro.
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ars72
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da ars72 »

Aggiotaggio As Roma, arrestato Fioranelli
L'agente Fifa fermato in Austria: è accusato nell'ambito dell'inchiesta sulla scalata alla società di calcio


L'INCHIESTA - Fioranelli è assistito dagli avvocato Riccardo Olivo di Roma e Stefania Farnetani di Milano i quali dovranno ora seguire le procedure relative alla sua estradizione così come richiesto dalla magistratura romana. Secondo quanto si è appreso Fioranelli stava rientrando in Italia dopo aver concluso alcuni affari in Austria. Nell'ambito dell'indagine il gip Donatella Pavone ha anche emesso un ordine di custodia cautelare contro Elio Ciolini Baccioni, operatore finanziario e residente in Svizzera. Come è noto nell'ambito dell'inchiesta sono stati anche perquisiti tre operatori finanziari Vittore Pascucci, Alessio Possenti e Alvaro Robelo Gonzales indagati per i reati di aggiotaggio e truffa. Avrebbero ottenuto illecitamente denaro da istituti finanziari poi impiegato per acquistare azioni della Roma quando in seguito alla proclamata intenzione di Fioranelli di acquistare la As Roma insieme con Flick il titolo subiva un notevole incremento di valore.

LA TENTATA SCALATA - Le operazioni scaturiscono dalle indagini avviate nel 2009 quando gli indagati avrebbero cercato di dare credibilità mediatica al ventilato acquisto del pacchetto di controllo della società calcistica, attraverso la diffusione di notizie false sul mercato, alla Consob, alla famiglia Sensi, alla stampa nonchè a Mediobanca (advisor designato dal club capitolino) in ordine alla sussistenza di asserite disponibilità finanziarie necessarie per l'acquisto della Roma.

( CORRIERE.IT )


e diciamo pure che questa scalata fu anche..agevolata dai tappeti rossi preparati da diversi giornalisti ( e radio romane ) e grazie al supporto di un paio di avvocati misteriosamente usciti di scena...
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ars72
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da ars72 »

La Spezia, ucciso a coltellate dopo un diverbio legato al calcio

Nella notte, un giovane di 27 anni è stato ucciso in un circolo culturale in località Valdilocchi, alla Spezia: l’omicidio è avvenuto poco dopo le 4, e i soccorsi sono stati immediati. Nonostante questo, il 27enne, che si chiamava Jonathan Esposito ed era residente in città, è morto poco dopo, durante il tragitto in ambulanza verso l’ospedale Sant’Andrea.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, effettuata dai carabinieri del nucleo Investigativo, Esposito era con alcuni amici all’interno del circolo Arci di Valdilocchi, dove si stava svolgendo una festa di Carnevale, quando si è trovato coinvolto in una rissa con un gruppo di ragazzi: dopo un banale diverbio legato al calcio, le due “fazioni” si sono affrontate fuori dal locale, ed Esposito è stato colpito con una violenta coltellata all’addome.
I militari non hanno trovato l’arma del delitto e ora stanno ascoltando alcuni testimoni nel tentativo di individuare i responsabili.
Il circolo Arci di Valdilocchi è molto conosciuto alla Spezia, ed è considerato da tutti un luogo «tranquillo», che organizza concerti dal vivo e altri eventi musicali, oltre a opera a stretto contatto col sociale, in più progetti.

( www.ilsecoloxix.it )

al tg1 hanno parlato di ragazzi provenienti da Carrara..
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da sergy452 »

Voghera, evasi 3 detenuti: scoppia la polemica
http://www.ilquotidianoitaliano.it/cron ... 67754.html
Juventus & Derthona
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ars72
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da ars72 »

Olgiata, Winston confessa il delitto:
per il filippino chiesto giudizio immediato
Il domestico filippino in lacrime: «L'ho uccisa perché non mi
voleva riassumere. Sono sinceramente pentito, chiedo scusa»





ROMA - Ha confessato Manuel Winston Reves, il domestico filippino in carcere per l'omicidio della contessa Alberica Filo della Torre, uccisa all'Olgiata il 10 luglio 1991. L'ammissione delle sue responsabilità è avvenuta durante l'interrogatorio con il pm Francesca Loi a Regina Coeli. «Il nostro assistito - ha spiegato uno dei legali del domestico filippino Andrea Guidi - ha ammesso tutte le sue responsabilità».

Alla luce di questa confessione è stato emesso un nuovo provvedimento di custodia cautelare per omicidio volontario.

Il pm Francesca Loy chiederà il giudizio immediato per Manuel Winston Reves, il filippino che oggi ha confessato di aver ucciso la contessa Alberica Filo Della Torre. Il ricorso al rito alternativo a quello ordinario, che gli inquirenti utilizzano di fronte ad un'evidenza della prova, consente di saltare l'udienza preliminare. I difensori del filippino, Mattia Lamarra, Andrea Guidi e Flaminia Caldani, dal canto loro, quasi certamente solleciteranno il processo con il rito abbreviato, che consente all'imputato di beneficiare di un terzo di sconto della pena.

Dal mutismo alla confessione. Questa mattina il filippino si era avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di convalida del fermo di fronte al gip Francesco Patrone. L'uomo inzialmente non ha risposto alle domande del magistrato ma nel primo pomeriggio ha cambiato strategia confessando l'omicidio.

«Finalmente mi sono liberato di un peso che portavo dentro da vent'anni: sono stato io ad uccidere la contessa». È quanto ha detto Winston Manuel Reves durante l'interrogatorio con il pm Francesca Loy alla presenza del comandante della I sezione del nucleo investigativo dei carabinieri, tenente colonnello Bruno Bellini.

Il domestico dalla contessa per essere riassunto. Il domestico filippino quella mattina di 20 anni fa era tornato a casa della contessa per chiederle di essere riassunto ma davanti al rifiuto, l'uomo ha perso la testa uccidendo la donna. «Avevo bisogno di lavorare, lei mi disse no».

Chiedo scusa. «Chiedo scusa alla famiglia della contessa e all'Italia. Sono sinceramente pentito». Ha detto in lacrime il domestico filippino durante la confessione.

( ilmessaggero.it )

per una volta anche se dopo 20 anni..un mistero che si risolve..
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kira
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da kira »

Non è proprio un fatto di cronaca... :D

Napoli, ragazzino fotografa un «Ufo» «Pensavo fosse un aereo di Gheddafi»

NAPOLI - «Pensavo che fosse un aereo di Gheddafi»: Marco D’Orsi, 13 anni, abita a salita Betlemme, a ridosso di via dei Mille e venerdì scorso alle 12,27, s’è affacciato al balcone, ha alzato gli occhi è ha visto un oggetto non identificato, un Ufo, appunto.
«Sono corso nella stanza» racconta «ho preso il telefonino, sono tornato fuori e ho scattato». Il risultato è l’immagine di un disco volante accanto ai panni stessi, sopra i tetti dei palazzi umbertini di Chiaia. Sembra l’inizio di un racconto fantascientifico, un incontro ravvicinato di secondo tipo, scritto a quattro mani da Domenico Rea e Isaac Asimov. La forma è proprio quella che abbiamo visto riprodotta in centinaia di film e migliaia di fumetti.
Ma Marco non si sente come un protagonista di «E. T.». «Non mi sono entusiasmato e prima di mostrare agli altri la foto ho riflettuto molto». Pensatela come volete, ma è il secondo avvistamento in pochi giorni tra Napoli e dintorni (l’altra visita dalle profonde galassie c’è stata a Monte di Procida). Che fossero interessati alla monnezza? Se la prendessero. (Fonte: ilmattino.it)


Vuoi vedere che finalmente si è trovato dove smistarla? 8)
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kira
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da kira »

"[...] Mi sono spesso chiesto: quanto costa un voto?
Ogni volta che ci sono le elezioni, nelle ore che precedono la proclamazione dei risultati finali, ci chiediamo spesso: chi ha vinto? quali sono le regioni determinanti? A volte ci domandiamo come quei voti siano stati gestiti, se siano stati comprati. Ma quanto costa un voto? È semplice. Nel periodo delle elezioni regionali 2010, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha aperto un’indagine sulla compravendita di voti. In Campania i prezzi oscillerebbero da 20 a 50 euro, 25 subito e 25 al saldo, cioè dopo il voto. In alcuni casi i voti vengono venduti a pacchetti di mille. Praticamente c’è una specie di organizzatore che promette al politico 1000 voti in cambio di 20.000 o 50.000 euro. Questa persona poi ripartisce i soldi tra le persone che vanno a votare: pensionati, giovani disoccupati. In Campania un seggio in Regione può arrivare a costare fino a 60.000 euro. In Calabria te la cavi con 15.000. Con 1000 euro in genere un capo-palazzo campano procura 50 voti. Il capo-palazzo è un personaggio non criminale che riesce a convincere le persone che solitamente non vanno a votare a votare per un tal politico. E come prova del voto dato bisogna mostrare la foto della scheda fatta col telefonino.
In Puglia un voto può arrivare a valere 50 euro, lo stesso prezzo a cui può arrivare anche in Sicilia. Ma a Gela c’è stato un sindaco coraggioso, Rosario Crocetta, da sempre impegnato nella lotta alla mafia, in corsa nel 2009 per il Parlamento europeo, al quale i clan hanno proposto pacchetti di 500 voti a 400 euro. 400 euro per 500 voti: 80 centesimi a voto! Nel fascicolo del pubblico ministero Roberto Di Palma relativo a un’operazione del 2008 in provincia di Reggio Calabria – che mirò a far luce sui rapporti tra mafia e politica a Seminara, un paesino dell’Aspromonte nel quale i clan sono in grado di controllare i voti uno per uno – c’è un’intercettazione in cui i boss dicono che alle Comunali la lista da loro sostenuta prenderà 1050 voti. A spoglio terminato i magistrati ne conteranno 1056. Come fanno i clan a gestire il voto? Anche questo è semplice. L’organizzazione si procura schede elettorali identiche a quelle che l’elettore trova ai seggi,tramite scrutatori amici o dalle stamperie stesse. Le compila e le tiene lì. L’elettore che vuole vendere il proprio voto va dagli uomini del clan e riceve la scheda elettorale già compilata. Poi va al seggio, presenta il proprio documento di riconoscimento e riceve la scheda regolare. In cabina sostituisce la scheda data dal clan già compilata con la scheda che ha ricevuto al seggio, che si mette in tasca. Esce dalla cabina elettorale e consegna al seggio la scheda precompilata dal clan. Poi va via. Torna dagli uomini del clan, dà la scheda non votata e riceve i soldi. La scheda non votata e consegnata agli uomini del clan viene compilata, votata, e data all’elettore successivo, che la prende e torna con una pulita. E avrà il suo obolo. 50 euro, 100 euro, 150 o un cellulare. O una piccola assunzione se è fortunato. Così il clan riesce a piazzare tutti i politici che vuole. A volte vediamo un politico in televisione e pensiamo: “Ma non sa parlare, non ha competenze, com’è possibile che sia stato eletto?”. È stato eletto così.
Se così vanno le cose, diventa facile convincersi che non potranno mai cambiare, che è inutile impegnarsi perché ciò avvenga, che tanto non si potrà mai influire sui destini del Paese. Ma è vero esattamente il contrario: le cose funzionano così perché non si partecipa, perché non ci si impegna, perché non si influisce. "


Tratto dal libro "Vieni via con me" di Roberto Saviano.
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ars72
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da ars72 »

Obama annuncia in tv morte Osama Bin Laden

Washington, 2 mag. (Adnkronos) - Il presidente americano barack Obama ha annunciato poche ore fa in diretta televisiva la morte di Osama Bin Laden, a dieci anni dagli attentati terroristici dell'11 settembre. Bin Laden e' stato ucciso in un'operazione in Pakistan. La notiziA e' stata accolta con manifestazioni di giubilo degli americani a Washington e New York.
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ars72
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da ars72 »

Il giallo di Ascoli

Melania non ha lottato "Si fidava ciecamente di chi l'ha uccisa"

Melania si fidava del suo assassino. Al punto tale da non opporre la minima resistenza. Gli ultimi esami dell’anatomopatologo Adriano Tagliabracci, sul corpo della mamma di Folignano di 29 anni colpita con 32 coltellate, dimostrano che sotto le sue unghie non ci sono tracce di Dna di altre persone. «Segno che non è riuscita neppure a graffiare di striscio il suo aggressore», conferma il medico legale. A parte la sorpresa per l’autore delle coltellate, l’assenza di tracce di difesa della donna potrebbe far pensare a un omicida più grosso e più forte di lei. Ventitrè le coltellate letali - di cui nessuna mortale, la causa del decesso è un’emorragia -9 le ferite di striscio, i segni tra cui anche quelli della svastica.
L’autopsia rivela anche un altro dato importante, sul luogo del delitto. «Le tracce analizzate sul corpo di Melania, tra cui anche il terriccio sotto le unghie, sono compatibili con la pineta di Ripe di Civitella dov’è stato scoperto il 20 aprile scorso. Ma il cadavere non racconta niente altro: per altri importanti dettagli occorre attendere i risultati del Ris». L’unico finora noto riguarda la siringa infilzata sul giubbotto, all’altezza del seno sinistro: sulla parte esterna, venuta a contatto con il sangue della casalinga, c’è il suo Dna. Mentre nel sangue nella siringa c’è il profilo biologico di un’altra donna. A riprova che la siringa come il laccio emostatico e la svastica segnata con il coltello su una coscia - è un depistaggio. «Nessuno firmerebbe un omicidio in modo tanto goffo», osserva il comandante provinciale dei carabinieri Alessandro Patrizio. Ma se la località del delitto è un punto certo, lo stesso non si può dire per i tempi. Troppe le contraddizioni tra la versione del marito della vittima - Salvatore Parolisi, 30 anni, caporalmaggiore dell’esercito, istruttore nella scuola femminile del 235˚ Reggimento Piceno - e altri testi.
Era veramente Melania la donna vista sul Pianoro del Colle San Marco? L’unico a ribadirlo è il marito. L’altro testimone, Alfredo Ranelli, gestore del chiosco vicino all’area giochi, non è sicuro di averla vista. «E comunque afferma - quando sono arrivato al chiosco, alle 14,40, non c’era nessuno. Né la donna, né il marito e la bambina». Quando Ranelli li nota, da lontano, le telecamere sopra il chiosco segnano le 15,18. Ma allora perché Melania alle 14,57 non risponde al cellulare alla chiamata dell’amica Sonia? E perché non risponde al suo sms? Aveva il telefonino in tasca, aveva lasciato la borsa a casa. Possibile che non senta lo squillo?
I carabinieri, coordinati dal pool di magistrati Umberto Monti, Ettore Picardi e Carmine Pirozzoli, guidati dal procuratore capo Michele Renzo, continuano a interrogare diverse persone. Nelle prossime ore è attesa l’audizione più importante: quella di Salvatore Parolisi che, dalla vigilia di Pasqua, si divide tra la casa dei genitori a Fratta Maggiore e quella dei suoceri a Somma Vesuviana. «Nostro genero non c’entra niente», ripetono i genitori di Melania. «Mio fratello non ha nulla da nascondere - aggiunge Rocco Parolisi, agente di polizia penitenziaria -. In quel bosco può essere successo di tutto, magari si celebravano messe nere».
Sia il giorno della scomparsa della donna, mamma di una bimba di 18 mesi, sia il giorno in cui è stato individuato il cadavere, intorno alla pineta c’erano esercitazioni militari al vicino poligono. Una sentinella sostiene di non aver notato nulla, ma ha precisato che le auto non venivano fermate per controlli.

( lastampa.it )
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Re: Fatti di cronaca

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"Stasi alè alè". Allo stadio cori shock sull’omicidio di Garlasco
E' successo durante la partita delle giovanili a Motta Visconti. Lo società valuta il ricorso alla giustizia sportiva. La famiglia di Chiara Poggi è pronta a fare denuncia. Sdegno anche del padre di Alberto


GARLASCO. «Alberto salta il cancellino, uccidi Chiara con il coltellino. Stasi alè alè». Cori inneggianti al delitto Poggi dopo la partita di calcio con il Motta Visconti. Lo conferma Stefano Masocco, allenatore dei giovanissimi del Garlasco. I dirigenti del Motta negano indignati. «Domenica non è successo nulla». Ma il Garlasco calcio aspetta il referto arbitrale, «poi valuteremo segnalazioni agli organi disciplinari sportivi e alla magistratura», dice Francesco Santagostino, consigliere comunale uscente e dirigente regionale della Lega dilettanti. Perché, aggiunge «è inaccettabile il riferimento ingiurioso alla morte violenta di Chiara Poggi, assassinata nella sua casa di Garlasco». Inaccettabile anche «il richiamo al presunto ruolo che avrebbe avuto nel delitto il fidanzato di Chiara, già assolto nel processo di primo grado».

I cori sarebbero partiti dalla tifoseria del Motta Visconti, al termine dell'incontro - ultimo della stagione e decisivo - che doveva assegnare il titolo del campionato allievi provinciale girone A, dove giocano calciatori di 16-17 anni. Sul campo dell'oratorio a Motta Visconti, davanti a circa 300 spettatori ha vinto per 2-1 la squadra di casa, dopo una partita giocata in un clima molto teso. Il Motta ha così conquistato a sorpresa il secondo posto nel campionato conquistato dal Robbio che ha vinto in casa domenica scorsa. Nella classifica generale, il Garlasco che era in testa alla classifica è slittato al terzo posto. I cori insomma sono partiti, secondo allenatori e dirigenti della squadra ospite, come pesantissimo sfottò della tifoseria vittoriosa verso i perdenti, prendendo spunto dal delitto avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. «Dalla mia postazione ho sentito fare distintamente i nomi di Alberto Stasi e Chiara mi hanno poi riferito in che termini», dice Mauro Roncon, allenatore degli allievi.

«Siamo disgustati per la mancanza di rispetto verso una ragazza morta in modo tanto orribile - dice - e per il dolore della sua famiglia, che comunque non avrà mai fine, indipendentemente dalle vicende processuali». Non ci sarebbe stato invece nessun coro offensivo secondo Mattia Tacconi, allenatore allievi del Motta: «Se qualcuno ha pronunciato frasi ingioriose, sarà stato un tifoso isolato. Nessuno lo ha sentito». Si dichiara molto sdegnato invece il sindaco uscente Enzo Spialtini, in fascia tricolore ancora per qualche giorno: a Garlasco si vota per le amministrative il 15-16 maggio. Non può ricandidarsi a sindaco - conclude il secondo mandato consecutivo - ma si ripresenta come consigliere comunale con la lista di Santino Marchiselli. «Esprimo la rabbia di un'intera città - dice il sindaco di Garlasco - per la deprecabile imbecillità di chi ha avuto il coraggio di pronunciare in pubblico certe frasi». Il Comune «è pronto a presentare denuncia a nome dell'intera comunità contro i responsabili».

( repubblica.it )

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Re: Fatti di cronaca

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Sarah, manette a zia Cosima
Avetrana urla: «Assassini»


TARANTO - Un delitto premeditato per paura di perdere il suo «Dio». Perché Sabrina Misseri, la 23enne in carcere dal 15 ottobre scorso con l’accusa di aver ucciso la cugina Sarah Scazzi, avrebbe sfogato la sua furia omicida, strangolandola con le sue mani secondo l’ordinanza, sulla 15enne in quanto divorata dalla gelosia e dall’invidia per il rapporto nato tra la vittima e Ivano Russo, il suo «Dio», come lo chiamava in alcuni sms finiti agli atti dell’inchiesta. Un delitto compiuto in casa, sotto gli occhi di sua madre Cosima Serrano, finita ieri sera in carcere, a due passi da Sabrina, con l’accusa di concorso morale in omicidio volontario e concorso in soppressione di cadavere.

L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Martino Rosati su richiesta del procuratore aggiunto Pietro Argentino e Mariano Buccoliero, ridisegna il delitto di Avetrana. Sabrina Misseri, a cui il provvedimento è stato notificato in carcere, risponde di omicidio premeditato, sequestro di persona e concorso in soppressione di cadavere. Quest’ultima è una accusa nuova mentre l’ipotesi di omicidio diventa aggravata dalla contestata premeditazione.

Il gip Rosati a Cosima Serrano contesta il concorso in omicidio, per aver assistito inerme mentre la figlia Sabrina, nell’abitazione di via Deledda e non più nel garage come emergeva sinora dagli atti giudiziari, e il concorso nella soppressione del cadavere. Secondo il magistrato, infatti, Cosima e Sabrina la mattina del 27 agosto si sarebbero recate in contrada Mosca per gettare il corpo di Sarah nella cisterna dove fu ritrovato quaranta giorni dopo grazie alle indicazioni date da Michele Misseri ai carabinieri. Nell’ordinanza si parla anche di Michele Misseri a cui, in questo caso, viene contestato unicamente l’occultamento di cadavere su ordine, una ipotesi di reato che sarebbe legata a quanto successo il pomeriggio del 26 agosto.

Gli inquirenti hanno ridisegnato tutta la scena del delitto. Sarah arriva a casa Misseri attorno alle 14 e viene uccisa prima delle 14.20. Il delitto avviene in casa, al culmine di un violento litigio con Sabrina, figlio di una lita iniziata la sera prima e proseguita la mattina, che Sarah trascorre a casa della cugina. Cosima assiste, probabilmente impotente. Il cadavere di Sarah viene portato nel garage utilizzando il varco interno alla villetta di via Deledda, quindi caricato nella Seat Marbella da Michele Misseri e abbandonato, seminudo perché Sabrina Misseri nella sua furia omicida ha strappato i vestiti indossati dalla cugina, sotto un albero di fico poco distante dalla cisterna. L’obiettivo probabilmente era quello di inscenare il rapimento a scopo di violenza ma nessuno si accorge di quel corpo che la mattina dopo viene ritrovato lì dov’era stato lasciato e dunque buttato nella cisterna.

Inizia così un depistaggio lungo mesi e mesi che gli inquirenti riescono a smontare con grande fatica, fino all’epilogo di ieri sera.

«Continuiamo a lavorare per completare il mosaico di questa vicenda» ha spiegato il procuratore capo Franco Sebastio, aggiungendo che «c'è sempre la presunzione d’innocenza. Abbiamo continuato a lavorare raccogliendo una notevole quantità di nuovi elementi».

Sono stati in particolare i carabinieri del Ros a fornire un impulso importante alle indagini, ricostruendo oltre 4mila sms che Sabrina e Ivano si sono scambiati nei quattro mesi precedenti il delitto, messaggi dai quali sarebbe emerso in maniera inequivocabile il movente del delitto, definito esile dalla Cassazione nei giorni scorsi, ma invece ritenuto assai solido e incontrovertibile dal gip Martino Rosati che nelle 90 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare ha anche indirettamente risposto ai rilievi della Suprema Corte.

Nel provvedimento ci sarebbero anche i contenuti di alcune intercettazioni ambientali in carcere tra Cosima Serrano e suo marito Michele Misseri, colloqui dai quali, stando a quanto trapelato, sarebbero emerse le pressioni che la donna avrebbe fatto sul contadino riguardo alla versione da fornire al suo nuovo avvocato, un elemento che se confermato si inserirebbe a pieno titolo nela lunga teoria di depistaggi che ha contrassegnato questa vicenda.


( lagazzettadelmezzogiorno.it )
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Re: Fatti di cronaca

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Ucciso dopo la partita a calcetto
Si costituisce l'assassino 19enne


CASERTA
In campo c’ erano gli "Street boys" contro i "White Angels", per un incontro di calcio ad otto in notturna di un Torneo amatoriale. Ma un’ espulsione ha acceso gli animi. Tra Elpidio Iannicello, 24 anni, muratore e Raffaele Topa, 19, compagno di squadra, espulso, a fine partita è scoppiata una lite, e Topa è stato colpito da uno schiaffo da Iannicello. Sul momento il 19enne non ha reagito, ma in quattro sono tornati circa 20 minuti dopo. Iannicello è stato colpito alla gola con un coltello da Topa, ed è morto poco dopo l’ arrivo all’ospedale di Caserta dove era giunto in condizioni disperate. Un altro compagno di squadra, Glulio Iorio, 23 anni che aveva cercato di fare da paciere tra lui e gli aggressori, è stato ferito gravemente e ora è ricoverato in rianimazione all’ospedale di Caserta dopo aver subito un intervento chirurgico.

Nella tarda mattinata l’aggressore si è costituito accompagnato da un avvocato al commissariato di Frattamaggiore, dopo che gli agenti del commissariato di Aversa lo avevano identificato. Raffaele Topa, di Grumo Nevano, Comune confinante con Sant’ Arpino, qualche precedente penale per reati contro il patrimonio, e colpito da Daspo del Questore di Napoli per episodi di violenza avvenuti allo stadio San Paolo. La polizia sta identificando, sulla base delle testimonianze, gli altri protagonisti della spedizione punitiva. Il pm della procura di S.Maria Capua Vetere Federica d’ Amodio ha disposto il sequestro del campo di calcio, una struttura in erba sintetica all’interno del Centro sportivo comunale "Ludi Atellani", complesso polisportivo con campi di basket, volley calcio regolamentare e pista di atletica inaugurato da pochissimo, fiore all’occhiello del Comune di Sant’Arpino, dove la squadra locale disputa il campionato di promozione.

Il torneo amatoriale per il quale si giocava ieri in notturna si disputa da anni tra squadre della zona, Comuni limitrofi del casertano attaccati urbanisticamente l’uno all’altro, come Sant’ Arpino e Grumo Nevano. Quella di ieri sera non era la finale, era solo una delle partite. «Per questo è stata una violenza tanto più assurda - dicono il sindaco di Sant’Arpino, Eugenio Di Santo, dell’Udc e l’assessore ai lavori pubblici, Elpidio Iorio - ma è una violenza estranea alla nostra comunità». A Sant’Arpino, centro del casertano di 15mila abitanti, non ci sono baby-gang ed il Comune è più noto per alcune rassegne di teatro ed iniziative culturali che per la criminalità, nonostante la vicinanza con la violenta area aversana. Gli amministratori stanno valutando l’ ipotesi di indire il lutto cittadina in coincidenza con i funerali di Elpidio Iannicello.

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ars72
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da ars72 »

Bergamini, riaperta l'inchiesta
Molti dubbi sull'incidente fatale


Nel 1989 il giocatore del Cosenza morì investito da un camion: suicidio si disse, ma la famiglia non ci ha mai creduto e ha ottenuto dalla procura di Castrovillari di rivedere il caso. Il legale: "Riaprire il fascicolo con l'ipotesi di omicidio volontario è un gran risultato"

MILANO, 29 giugno 2011 - La procura di Castrovillari ha deciso di riaprire l'inchiesta sulla morte di Donato Denis Bergamini, calciatore del Cosenza Calcio, che aveva 27 anni quando morì il 18 novembre 1989, oltre 22 anni fa, in circostanze mai chiarite, investito da un camionista secondo la verità giudiziaria ora messa in dubbio dalla decisione. A riaprire il caso è il procuratore capo Franco Giacomantonio, rubricando l'ipotesi di reato per omicidio volontario contro ignoti.

Riapertura dell'indagine — Da quanto si è appreso, la procura ha riaperto il fascicolo collegandolo a un'indagine del 1994, in cui fu la questura di Cosenza a chiedere accertamenti che poi si arenarono. Ora invece la procura di Castrovillari si è mossa sulla richiesta della famiglia di Donata Bergamini e del loro legale Eugenio Gallerani che avevano presentato richiesta formale di riapertura dell'indagine sulla base di nuovi elementi raccolti in quasi due anni di accertamenti privati. "Siamo soddisfatti che dopo quasi 22 anni sia arrivato questo risultato atteso dalla famiglia - ha detto -, e frutto di un notevole lavoro premiato ora con questa richiesta: la riapertura dopo 22 anni e mezzo dalla morte di Denis Bergamini e con ipotesi di omicidio volontario è un grandissimo risultato".

Soddisfatti i familiari — I familiari di Bergamini, la sorella Donata e il padre Domizio hanno accolto la notizia con commozione. "Finalmente hanno capito che i motivi c'erano per pensare che Denis non si è ucciso ma è stato ucciso" ha detto Donata, che come il papà Domizio non ha mai creduto alla tesi che Denis fosse rimasto vittima di un incidente o si fosse tolto la vita gettandosi sotto un camion sulla statale Jonica nei pressi di Capo Roseto Spulico. In quasi due anni di indagine privata, il legale della famiglia ha raccolto elementi che avrebbero messo in luce contraddizioni e incompatibilità della ricostruzione tecnica dell'investimento, con nuovi rilievi tecnico scientifici e fotografici, e con conclusioni medico-legali sul corpo del giovane calciatore che mettono in dubbio la verità giudiziaria offerta al processo. Processo che portò nel 1992 alla assoluzione del camionista accusato di omicidio colposo.

Nuova perizia — Invece di procedere con un'autonoma riapertura della inchiesta, il procuratore capo Giacomantonio ha preferito inoltrato la richiesta al gip, che dovrà o meno accoglierla. "Credo occorra fare un passo alla volta - ha detto l'avvocato Gallerani - la riapertura del caso è già un risultato enorme. É la prima volta che avviene, poiché nel 1994 non ci fu richiesta formale di riapertura, ma si trattò di una iniziativa autonoma della questura di Cosenza. Dopo la sentenza definitiva del 1992, che attestò che Donato Denis Bergamini morì suicida, punto e basta, nessun atto formale venne eseguito per ipotizzare altri scenari. Adesso, per il legale, la procura potrà chiedere una nuova perizia medico-legale e nuovi accertamenti tecnici per confutare o meno l'ipotesi di omicidio volontario. La tesi della famiglia è infatti che Bergamini sia stato portato ormai cadavere nel punto in cui venne trovato, sulla Statale Jonica.

Gazzetta.it


Era ora!..per questa storia è perfetto il titolo del libro di Carlo Petrini..il " calciatore suicidato"....
sergy452
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Re: Fatti di cronaca

Messaggio da sergy452 »

Ucciso a coltellate un giocatore del Settimo! ::: :::
http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... -18154661/

Condoglianze a giocatori e famiglia!
Juventus & Derthona
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