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ars72
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Messaggio da ars72 »

17 giugno 2001
La Roma vince il suo terzo e ultimo scudetto.

16 anni dopo..
Totti si è ritirato
Tommasi è il presidente dell'AIC
Capello allena lo Jiangsu Suning
Montella allena il Milan
e.. Di Francesco allena la Roma :)
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ars72
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Messaggio da ars72 »

11 luglio 1982

Quella notte di Paolo Rossi: trentacinque anni fa l'impresa Mundial in Spagna

L'11 luglio del 1982, nella finale vinta con la Germania, veniva scritto il lieto fine di un romanzo popolare irripetibile. La vittoria degli azzurri della coppa del mondo, quella che più di ogni altra seppe ricompattare una nazione intera

http://www.repubblica.it/sport/calcio/n ... 170524048/
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Messaggio da Calciofilo »

6 settembre 2007

Muore Luciano Pavarotti

Stasera speciale su Rai 1 per ricordarlo.
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kira
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Re: ACCADDE OGGI

Messaggio da kira »

23 settembre 1985 - Viene ucciso il giornalista Giancarlo Siani; aveva appena compiuto 26 anni.

Ricordando Siani, il pioniere dell'informazione anticamorra: http://www.antimafiaduemila.com/home/ma ... morra.html
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ars72
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Messaggio da ars72 »

50 anni fa la morte di Che Guevara in Bolivia

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... e5922.html
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Messaggio da Calciofilo »

24 ottobre 1917

Inizia la battaglia di Caporetto

https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Caporetto
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Messaggio da kira »

26 ottobre 1998
Negli Stati Uniti la magistratura federale rigetta il ricorso dell'associazione delle case discografiche (RIAA) per bloccare la vendita del Diamond Rio, un dispositivo che consente l'ascolto di musica scaricata da internet con una nuova tecnologia di codifica chiamata mp3.

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kira
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Re: ACCADDE OGGI

Messaggio da kira »

9 novembre 1989 - La caduta del Muro di Berlino
«Da stasera la frontiera è aperta».Con questo annuncio fatto dal leader del partito comunista berlinese Gunter Schabowsky il 9 novembre 1989 si dà il via allo smantellamento del Muro di Berlino, il principale simbolo della Guerra fredda, fatto costruire nel 1961. È un giorno che non segna solo la riunificazione di Berlino - e dì li a poco dell’intera Germania - ma simbolicamente fa cadere la cortina di ferro e chiude della guerra fredda.
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Messaggio da ars72 »

Dieci anni fa la morte di Gabriele Sandri: ultras da tutta Italia a Roma per ricordare Gabbo

http://www.romatoday.it/cronaca/dieci-a ... ltras.html
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Messaggio da ars72 »

23 Novembre 1980, 37 anni fa il terribile terremoto che devastò Campania e Basilicata

https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/ ... ata-170020
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Messaggio da ars72 »

Un anno fa la tragedia di Rigopiano

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... ce7b1.html
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Re: ACCADDE OGGI

Messaggio da kira »

05/05/1998 - La tragedia di Sarno (Campania) con oltre 160 morti: frane e fiumi di fango travolgono i comuni fra le province di Avellino e Salerno.

05/05/1972 - A Palermo, il volo Alitalia 112, un Douglas DC-8 partito da Roma, si schianta sulla Montagna Longa alle 22:23, causando 115 morti.

05/05/1946 - La prima schedina Sisal, poi il Totocalcio: http://www.culturaacolori.it/index.php/ ... otocalcio/

05/05/2000 - Avviene la congiunzione di tutti i pianeti “tradizionali” (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, Luna e Sole).
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Messaggio da ars72 »

14 luglio 1948

70 anni fa l'attentato a Palmiro Togliatti

Gino Bartali e l'attentato a Togliatti:storia, mito e leggenda

La trama della vicenda è abbastanza conosciuta, almeno nella sua struttura principale. La seconda guerra mondiale era terminata da troppo poco per poter cercare una qualsiasi speranza nel futuro. Il paese da un paio di anni si era dato una forma repubblicana, in seguito a un referendum su cui ancora adesso si assecondano numerose voci sull’effettiva regolarità. È il 14 luglio, ma per noi che transalpini non siamo, è una data come le altre: niente marsigliese, né celebrazioni sugli Champs Elysée. A Montecitorio, però, al termine di una seduta parlamentare apparentemente dozzinale, si odono quattro colpi di pistola.

A sparare è il catanese Antonio Pallante, nome che resterà impresso per decenni nella memoria collettiva nazionale. Venticinquenne, studente di giurisprudenza, aveva da poco comprato per poche lire la pistola al mercato nero. Viaggiò dalla Sicilia a Roma con il preciso scopo di mettere in funzione l’arma appena acquistata. Già, ma chi era l’obiettivo? Alle 11:30 di mattina del 14 luglio 1948 un colpo di pistola si infranse su un cartellone pubblicitario, gli altri tre colpirono schiena e testa di Palmiro Togliatti, segretario del PCI.
La corsa in ospedale e la successiva operazione fecero da cornice ad alcune ore e giorni drammatici, tra i più tesi della storia repubblicana. Il terrore della violenza del secondo conflitto mondiale era ancora troppo fresco per essere cancellato, il Paese stava vivendo momenti di autentico panico, dimenticandosi di ciò che accadeva oltralpe, fino a quel momento l’evento principale di quel luglio afoso. Sulle strade del Tour, Gino Bartali, ormai 34enne, faticava enormemente a tenere il passo dei più giovani sulle complicate pendenze alpine. L’ultima vittoria italiana al Tour de France risaliva esattamente a dieci anni prima, con lo stesso Bartali che sfilò in giallo per le vie di Parigi. Ripetere una impresa del genere sembrava, apparentemente, impossibile.

La storia
Gino Bartali è stato, fino a quel momento, uno dei più grandi atleti italiani di sempre, nonostante abbia perso gli anni principali della sua carriera (quelli in cui uno sportivo fisiologicamente dà il meglio di sé stesso, ovvero a cavallo fra i trenta) a causa del secondo conflitto mondiale. Proprio in quel periodo, si scoprirà decenni dopo, Gino ha continuato ad allenarsi in bicicletta trasportando, all’interno della canna del suo mezzo di trasporto, fotografie e altri documenti necessari agli ebrei presenti sul territorio italiano per ottenere un’identità falsa e fuggire dalla persecuzione fascista.

«Il bene si fa, ma non si dice» rivelò un anziano Ginetaccio, quando, finalmente verrebbe da dire, vennero rivelate a tutti le sue gesta eroiche durante il conflitto. Ma tornando a quell’estate del 1948, come si è detto, nessuno avrebbe scommesso una lira, o un franco francese, su Gino Bartali. Vecchio, imbolsito, costretto a subire un clima di ostilità da parte dei francesi, dopo le prime tappe si ritrovò a oltre venti minuti di distacco dalla maillot jaune: il transalpino Louison Bobet. I francesi già pregustavano l’ennesima vittoria di un figlio di Marianna, ma non avevano ancora fatto i conti con il cuore di un campione.
Come si è detto l’attentato a Togliatti avvenne il 14 luglio, giornata di riposo per i ciclisti impegnati al Tour. Il giorno successivo andò in scena una tappa che rimarrà nei libri di storia dello sport italiano: dalla croisette di Cannes il gruppo, toccando svariati colli tra cui il mastodontico Izoard con il suo paesaggio lunare interamente vuoto di vegetazione, si diresse verso Briançon. Proprio sul Col de l’Izoard, Gino Bartali sferrò l’attacco decisivo che costò caro a chiunque, specialmente a Bobet che perse svariati minuti ma mantenne, seppur per poco, la maglia gialla. Il vento sembrava essere cambiato, anche se nel ciclismo nulla è dato per scontato: Ginetaccio non era più giovanissimo, sarebbe riuscito ad attaccare di nuovo il corridore francese, dopo aver faticato così tanto per rientrare in classifica?

Il mito e la leggenda
Nel frattempo, al di qua delle Alpi, la situazione era estremamente seria e grave, con buona pace del grande Ennio Flaiano. Il paese ribolliva di proteste e cortei, improvvisati e quindi difficilmente gestibili, in seguito all’attentato a Togliatti. Da Roma e Torino, passando per Livorno e Genova (città natale del segretario del PCI) si assistette a scene di guerriglia che richiamarono alla mente presagi di guerra civile. L’Italia, mai come questa volta dopo il secondo conflitto mondiale, apparve una nazione estremamente divisa. In poche ore si contarono undici morti e decine di feriti. Il Paese era uno specchio frantumato in centinaia di pezzi. Serviva qualcosa, o qualcuno, che riuscisse nell’impresa di rimettere insieme il tutto. Togliatti stesso ha sempre saputo quanto lo sport sia fondamentale nel testare gli umori di un popolo, d’altronde fu proprio lui, con sagace ironia, a sibilare «Come puoi pensare di fare la rivoluzione senza sapere quanto ha fatto la Juventus?»

La sera del 15 luglio, nella camera d’albergo di Briançon squillò il telefono. Un protagonista della conversazione è facilmente intuibile, l’altro un po’ meno: si trattava nientemeno che Alcide De Gasperi, primo presidente del consiglio italiano. Cosa si siano detti di preciso non si è mai saputo, ma fondamentalmente il segretario della DC invocò a Gino un’altra impresa, nonostante le fatiche, le scorie, la vecchiaia. Vinci questo Tour dopo dieci anni, per favore, fallo per te stesso, fallo per noi, fallo per questo maledetto e intricato Paese. Ma ti prego Gino, torna in Italia con la maglia gialla.
Il giorno dopo Bartali montò in sella alla sua bicicletta e dopo 263 chilometri arrivò per primo sul traguardo di Aix-les-Bains conquistando tappa e leadership. Quella maglia, ovviamente, l’avrebbe portata fino a Parigi, fino alla passerella finale sugli Champs-Elyséee, facendo incazzare parecchi francesi. Nell’ultima settimana di corsa gli italiani non mollarono di un secondo le rispettive radioline per sapere e conoscere le gesta del grande Gino. In pochi giorni il clima nel Paese si rasserenò, cessarono le manifestazioni di piazza, la rabbia si affievolì e la situazione divenne, in sintesi, più quieta e ragionevole. Come se, grazie a Gino Bartali, i cocci di vetro si fossero piano piano rimessi ognuno al proprio posto.

Rientrato in Italia, Ginetaccio venne accolto trionfante da Alcide De Gaspari, il quale chiese al corridore fiorentino cosa avrebbe voluto come regalo.

«Mi permetta signor Presidente, se fosse possibile vorrei non pagare più le tasse».
Probabilmente non venne mai accontentato.

http://www.frammentirivista.it/gino-bar ... -leggenda/
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Messaggio da ars72 »

40 anni fa a Milano l'omicidio del giudice Emilio Alessandrini

https://www.ilmamilio.it/c/comuni/13115 ... omodo.html
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Messaggio da ars72 »

Marco Pantani: 15 anni senza il Pirata, l’eroe "inquieto" del ciclismo

Il 14 febbraio 2004, lo scalatore romagnolo, vincitore di Giro e Tour nel 1998, fu trovato morto in un residence a Rimini. Aveva 34 anni e nonostante inchieste e processi, la famiglia continua a chiedere giustizia e verità per una fine con molti punti oscuri

Sono passati 15 anni dalla morte di Marco Pantani. Era il 14 febbraio 2004 quando il corpo senza vita del Pirata, uno dei più amati e talentuosi ciclisti di tutti i tempi, venne ritrovato in una stanza del residence “Le Rose” di Rimini. Una morte che secondo l’autopsia è da attribuire a un’overdose di cocaina. E le inchieste hanno portato a un verdetto di Cassazione che nel 2017 ha stabilito come Pantani non sia stato ucciso ma abbia ingerito volontariamente la cocaina. Ma la famiglia dello scalatore di Cesenatico non ha mai accettato questo verdetto, chiedendo a più riprese la riapertura del caso.

La parabola del Pirata

Cresciuto nelle strade della Romagna, sin da ragazzo mostra doti eccezionali sulle due ruote. Nel 1992 vince il Giro d’Italia dei dilettanti e nel 1994 fa impazzire l’Italia al Giro dei professionisti vincendo le tappe di Merano e dell’Aprica, chiudendo secondo in classifica generale. Quell’anno arriva anche terzo al Tour. Nel 1995 un grave incidente lo tiene lontano dalle strade per mesi. Al rientro vince due tappe al Tour, tra cui una indimenticabile all’Alpe d’Huez. Arriva anche sul podio ai mondiali in Colombia in autunno. Ma a fine anno subisce un nuovo terribile incidente stradale.

I successi

Nel 1997 ancora un incidente lo costringe ad abbandonare il Giro d’Italia ma al Tour domina in montagna e vince altre due tappe (tra cui la sua doppietta personale all’Alpe d’Huez). Finisce terzo in classifica. Nel 1998 vince il Giro d’Italia dopo l’impresa a Plan di Montecampione. E si ripete al Tour recuperando 5 minuti al favorito Jan Ullrich. Rimane nella storia la tappa di Las Deux Alpes con l’attacco sul Galibier sotto la pioggia.

Il 1999 e i fatti di Madonna di Campiglio

Nel 1999 Pantani domina il Giro d’Italia e si avvia a vincerlo per il secondo anno di fila quando, il 5 giugno, a Madonna di Campiglio un controllo medico rivela un tasso di ematocrito alto. Pantani viene sospeso ed escluso dalla corsa. La vicenda negli anni avrà numerose interpretazioni, fino alla tesi complottista secondo cui sarebbe stata la Camorra a falsare le analisi per un giro di scommesse clandestine. Il Pirata di fatto non si riprende da questo episodio ed entra in un tunnel di depressione e dipendenza da stupefacenti.

I ritorni e la fine

Da quel momento la carriera di Pantani si può riassumere in pochi lampi di grandezza assoluta in mezzo al buio. Nel 2000 fa una tappa incredibile sull’Izoard al Giro, scortando il capitano Garzelli alla vittoria. E al Tour di quell’anno dà vita a un’epica battaglia con Lance Armstrong sul Mont Ventoux. Negli anni successivi Marco combatte coi suoi fantasmi, fino alla tragica fine del 2004. Secondo l’autopsia la morte fu causata da edema polmonare e cerebrale come conseguenza di un’overdose.

https://tg24.sky.it/cronaca/2019/02/14/ ... morte.html
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