Triestina, il giudice nega la proroga a Pontrelli
Negati i due mesi richiesti: il presidente dell'Unione 2012 avrà tempo solo fino al 9 dicembre per evitare il crac. E intanto spuntano altre due offerte d'acquisto
TRIESTE Lo spettro del fallimento si avvicina sempre più velocemente. Nessuna proroga, almeno per ora. È scattato il count down sulle sorti della Triestina. Il Tribunale ha risposto no alla richiesta di Marco Pontrelli. Voleva altri due mesi per sistemare la stesura del piano di concordato. Piano che era stato bloccato 15 giorni fa dopo che il commercialista aveva scaricato Pontrelli mandandogli indietro tutte le carte.
Il decreto firmato dal giudice Riccardo Merluzzi e dal presidente è stato notificato ieri mattina all’avvocato Dario Lunder, il legale che assiste Pontrelli. E qui c’è la sorpresa. I giudici hanno chiesto a Pontrelli «gli idonei elementi di chiarimento a sostegno della richiesta di proroga». Come dire: spiegaci perché vuoi altro tempo oltre ai due mesi concessi.
La dead line è quella del 9 dicembre. Entro quel giorno Pontrelli dovrà giocare le sue carte. Altrimenti si procederà «alla eventuale dichiarazione di fallimento»
Così in fretta e furia su incarico di Pontrelli l’avvocato Lunder ha trasmesso ufficialmente la proposta di acquisto inviata il 23 novembre da Andrea Troiani, amministratore dell'Alimentare holding srl, con sede a Roma in via Lisbona 18. Proposta che in un primo momento era stata liquidata dallo stesso Pontrelli con uno sdegnato «Non so chi sia».
Ma ieri sono state inviate anche al Tribunale dallo stesso avvocato Lunder altre due proposte entrambe provenienti da Roma. Si tratta della Kri.Ma costruzioni e della D&M Srl. Entrambe fanno riferimento - si è saputo - a Romeo Di Piero, figlio di Pancrazio, l’imprenditore che ha accompagnato Marco Pontrelli in questa avventura triestina fin dall’inizio. Le proposte - in tutto 9 righe esattamente identiche - prevedono l’acquisizione del 50 per cento delle quote della Triestina da parte di ognuna delle due società.
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