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ars72
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Re: Musica

Messaggio da ars72 »

Si sciolgono ufficialmente i R.E.M.

Tanti buoni lavori,alcuni un pò ripetitivi come sound secondo me, il mio album preferito cmq resta Green :)
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kira
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Re: Musica

Messaggio da kira »

Eh l'ho letta pure io 'sta notizia... a me piacevano i primi R.E.M, gli ultimi lavori non mi hanno entusiasmato...insomma, credo che sopravviverò. :D
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ars72
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Re: Musica

Messaggio da ars72 »

Da re del funk a senzatetto: la triste parabola di Sly Stone
Con la Family cambiò la storia della musica negli anni'70: ora vive in un camper


MILANO - Da star multimilionaria a senzatetto che vive in un furgone. Sono lontani i tempi in cui organizzava sontuose feste nella sua splendida villa di Bel Air Road, a Beverly Hills e tra gli invitati non mancavano celebri personaggi come Stevie Wonder, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Miles Davis. Oggi Sly Stone, al secolo Sylvester Stewart, il mitico frontman dei Sly & the Family Stone, uno dei gruppi più importanti della musica soul e funk negli Usa, non se la passa bene. Come racconta il New York Post La leggenda della black music, oggi sessantottenne, non ha più un domicilio e passa le sue notti a Crenshaw, un quartiere residenziale di Los Angeles, dormendo in un camper bianco su cui campeggia la scritta, amaramente ironica, "Via del piacere".

FORTUNA DISSIPATA - Sly Stone ha dissipato in pochi decenni una fortuna immensa a causa di cattivi investimenti finanzieri e soprattutto per i suoi innumerevoli problemi con la droga. Oggi una coppia di pensionati di Los Angeles lo assiste premurosamente: gli offre ogni giorno un pasto caldo e gli permette di farsi la doccia nella propria casa. Il figlio dei due pensionati, invece, gli fa da segretario e autista. Nonostante le enormi difficoltà Sly Stone non ha perso la passione per la musica. All'interno del furgone continua a registrare nuovi pezzi con l'aiuto di un computer. Il musicista del rivoluzionario gruppo di San Francisco ( Sly & the Family Stone fu una delle prime band americane multirazziali) con singoli del calibro di Dance to the Musice Everyday People segnò per sempre la storia della musica soul e funk degli anni 60' e '70. In mezzo, la memorabile performance nell'estate del 1969 a Woodstock quando fu uno dei cantanti più acclamato dal pubblico. Oggi appare raramente in pubblico e dichiara di amare la vita da vagabondo: «Mi piace il mio piccolo camper - assicura al New York Post - Non voglio ritornare a vivere in una casa normale. Non sopporto di restare chiuso in un unico posto. Devo muovermi in continuazione»

LA DROGA E IL DECLINO - I primi seri problemi con la droga all'inizio degli anni '70 e poi i dissapori con gli altri membri gruppo (la band originale si sciolse nel 1975) cambiarono radicalmente la vita del musicista. Sly Stone ricorda con rammarico un Natale di quegli anni quando uscito per comprare i regali per suo figlio Sylvester e sua moglie Kathy Silva, una modella sposata nel 1974 al Madison Square Garden, tornò a casa a mani vuote: «Avevo 2500 dollari da spendere - racconta il musicista - Li usai tutti per comprare droga. Si l'ho fatto. E quando più tardi m'incamminai verso casa pensai: Non avrei mai dovuto farlo. Quando vidi il mio bambino, gli disse: Ho speso tutti i soldi in droga. Sì, li ho sprecati tutti per la roba». Da allora iniziò l'inesorabile declino. Nonostante continui a incidere dischi, il funk di Sly Stone non ha più lo stesso mordente del passato. Ain’t but the one way ultimo album della nuova band, pubblicato nel 1983, è completamente ignorato dal pubblico e dal 1987 Sly scompare del tutto dalle scene musicali. Si rivede di tanto in tanto sui giornali, perché finisce in carcere per possesso di droga. Nel 1984 porta a termine il suo investimento più sbagliato: vende per "solo" 1 milione di dollari i diritti della sua musica a Michael Jackson. La situazione finanziaria di Sly Stone diventa tragica nel 2009. Da allora - dichiara al tabloid americano - non riceve più le royalty dal suo ex manager Jerry Goldstein a cui ha fatto causa chiedendo 50 milioni di dollari. Secondo l'artista, Goldstein «si sarebbe indebitamente impossessato di ingenti somme di denaro per due decenni». Adesso il leggendario musicista desidera uscire da questa condizione di povertà e chiede solo un'altra chance musicale: «Voglio un lavoro - dichiara sconsolato l'artista - Voglio suonare la mia musica. Sono stanco di tutto questo»

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kira
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Re: Musica

Messaggio da kira »

Inedito dei Doors su facebook, She smells so Nice: http://www.facebook.com/thedoors .
L'inedito sarà incluso nel doppio cd, riedizione dell'ultimo album inciso dai Doors prima della morte di Morrison, avvenuta nel luglio del 1971 a Parigi. La nuova edizione usicrà il 24 gennaio, anche in versione digitale su iTunes. Oltre al cd, verrà pubblicato un dvd intitolato «Mr. Mojo Risin: The Story of L.A. Woman», un documentario contenente materiale girato durante i concerti e in studio durante le registrazioni.
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ars72
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Re: Musica

Messaggio da ars72 »

Tutti vogliono l'immagine della banana

Lou Reed fa causa alla Fondazione Warhol

Il frutto creato dal maestro della pop art, che campeggia sulla cover dell'album dei Velvet Underground, è un'icona planetaria. Ora al centro di una disputa legale sui diritti di sfruttamento. Proprio come è accaduto a un altro frutto dall'altissimo valore simbolico: la mela. Ma l'elenco delle battaglie sul copyright e lungo: tra gli ultimi clamorosi casi, quello delle scarpe dalla suola rossa...

SEMBRA una maledizione, un destino: un frutto - o meglio, una sua riproduzione - finisce di nuovo al centro di una battaglia legale milionaria, che coinvolge persone o società dai nomi celebri. E ancora una volta, l'incrocio pericoloso avviene al confine tra musica e tecnologia. In passato è toccato alla mela, disputata tra gli ex Beatles e la Apple di Steve Jobs. Adesso, invece, tocca alla banana. E non una banana qualsiasi: parliamo infatti di quella di un giallo quasi fosforescente, e dalle spesse ombre nere, creata da Andy Warhol. E che compare sulla copertina di uno degli album più famosi (anche grazie a quel disegno) di tutti i tempi: si chiamava come coloro che lo incisero, Velvet Underground e Nico, e uscì nel 1966. Diventando, col tempo, un classico del rock, un longseller. Tredicesimo, nella classifica di Rolling Stone sui dischi più belli di sempre. Mentre il disegno che lo accompagnava, così come tante altre opere dell'artista newyorkese, diventò un'icona pop, riprodotta innumerevoli volte su innumerevoli gadget.
E adesso quell'immagine diventa protagonista di una causa che ruota attorno ai suoi diritti di sfruttamento. A promuoverla, presso la Corte federale di Manhattan, sono Lou Reed e John Cale, leader (allora ancora molto giovani) dei Velvet Underground. Bersaglio della loro
denuncia la Andy Warhol Foundation of Visual Arts, che dalla morte di Warhol, 1987, gestisce i diritti di sfruttamento delle sue opere. La banana, però, - è questo il punto avanzata dai querelanti - è anche patrimonio del gruppo musicale che incise il disco.

Da qui la battaglia legale intentata da Reed e Cale, secondo cui la Fondazione avrebbe compiuto una vera e propria truffa dando in solitudine la licenza del logo a forma di frutto per una linea di borse e accessori per l'iPad, e facendo credere che i membri superstiti del gruppo avessero dato il proprio consenso. Cosa che invece, a quanto sostengono, non è avvenuto. Ne conseguono le accuse di violazione di marchio, frode al pubblico e concorrenza sleale. In particolare, nel mirino ci sono un borsello portacomputer che costa 59,95 dollari, e una borsa a tracolla venduta a 149,95 dollari. "Tutti associano la banana ai Velvet Underground, quell'immagine è da sempre un simbolo del gruppo", è il leit motiv dell'iniziativa giudiziaria. E' chiaro che i motivi affettivi c'entrano fino a un certo punto: in gioco ci sono soldi. E tanti. I due musicisti, del resto, non sono contrari in assoluto a "prestare" l'opera di Warhol apparsa sulla loro copertina: nel 2001 fu ceduta alla Absolut vodka, che la utilizzò sulle sue bottiglie. Con una scritta che richiamava però la band: Absolut Underground.

Vedremo come andrà a finire la vicenda. Che ricorda molto la guerra che ha opposto gli ex Beatles - e la loro casa discografica, la Apple - al colosso "omonimo" di Steve Jobs. Il cui logo, come tutti sanno, è un frutto un po' mangiato che ricorda effettivamente quello che appariva sui dischi dei Fab Four. In quel caso, dopo anni di avvocati e tribunali, la battaglia è finita - nel 2007 - con un accordo: ok all'uso del marchio su tutti i prodotti tranne quelli musicali. Poi però gli ex membri della band sono tornati alla carica, sostenendo che questa restrizione era stata violata. Risultato: alla fine un giudice londinese ha riconosciuto alla Apple Computer il diritto a usare il simbolino conteso su iPod e iTunes.

Ma l'elenco delle dispute celebri - e milionarie - intorno al copyright è lungo. Tra i casi clamorosi più recenti, la causa che ha coinvolto due marchi superchic della moda. La maison Louboutin, creatrice delle scarpe dai tacchi vertiginosi più amati dalle star, ha citato Yves Saint Laurent e Dior, "colpevoli" di utilizzare per le calzature le suole rosse che appaiono in ogni paio Louboutin. Il tribunale, però, ha dato torto 2 al querelante: un colore sotto i piedi, evidentemente, non è poi così originale...
(13 gennaio 2012)

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ars72
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Re: Musica

Messaggio da ars72 »

Pelù compie 50 anni
“Non sono un santo e me ne vanto”


Intervista al cantante dei Litfiba:" Chi me lo fa fare di buttarmi sul pubblico e spaccarmi una costola come un anno fa a Berlino? Una tournèe intera imbottita di antidolorifici. Sono un cretino, le mie figlie me lo ripetono, ma che posso fare a parte il bischero? Ho la sindrome di Peter Pan, anzi Peter Punk: non svegliatemi"

Oggi Piero Pelù compie 50 anni. Tre giorni dopo i 60 di Vasco. “Ne fanno 50 anche Axl Rose, Bon Jovi e Anthony Kiedis. Meglio il Club dei 50 che dei 27, almeno siamo vivi”. Modi garbati, pantaloni di pelle. Studi Parsifal di Sesto Fiorentino, la band prova il tour. Esordio il 2 marzo a Firenze. Un disco nuovo (Grande Nazione), a marzo la biografia di Federico Guglielmi. Ogni tanto compare Ghigo Renzulli. “Una gran cazzata, la separazione. Pensai di smettere. Nel ’98 ci furono conflitti con il manager Alberto Pirelli. Il successo aveva gonfiato il nostro ego. Fino al 2004 nessun contatto. Poi mi mandò un sms di auguri. E ora la reunion”.
Cos’è il rock?
Libertà, rabbia positiva, ingenua ricerca utopica di verità e ironia. Il rock deve vedere il bicchiere mezzo vuoto: avere sete. E pochi compromessi.
Lei li accetta.
C’è chi vive nel Mugello da eremiti. Punkabbestia veri. Massimo rispetto, ma il rock è esplosione. Non implosione.
A 50 anni non teme di apparire tamarro?
Sul palco entro in un universo parallelo. Chi me lo fa fare di buttarmi sul pubblico e spaccarmi una costola come un anno fa a Berlino? Una tournèe intera imbottita di antidolorifici. Sono un cretino, le mie figlie me lo ripetono, ma che posso fare a parte il bischero? Ho la sindrome di Peter Pan, anzi Peter Punk: non svegliatemi.
E la gestualità?
Sono ipercinetico come mio padre, che a 85 anni e un bypass fa 4 chilometri al giorno. Esagero, forse anche nel cantato. La misura non è la mia cifra.
Vasco ha compiuto 60 anni, Liga continua a vendere.
Luciano iperrazionale, quell’altro più artistoide spericolato. Rispetto, ma non li sento vicini. Tutto quello che è calibrato a tavolino per essere nazionalpopolare mi interessa poco. Vengo dalle cantine, dalle ubriacature, dagli amici persi. Meglio la rabbia dei balconi fioriti. Se miri al nazionalpopolare, una Lady Gaga ti farà sempre il culo.
Anche lei lo è stato.
In ‘Infinito’ (’99). Arrangiamenti imbarazzanti, remi in barca. I discografici volevano replicare ‘Regina di cuori’, scritta per la donna che amavo. Fu il giro di boa commerciale.
La carriera solista?
In Sony mi dettero libertà. Merito di Rudy Zerby. Ora purtroppo fa quelle cacate in tv. Gli mando spesso messaggi: ‘La smetti di fare il cretino con la De Filippi?’.
E la tivù?
Con Fazio e Beldì. E poi Victoria Cabello: mosca bianca da conservare. La Ventura è brava, ma il suo era il salotto della sciura.
I Litfiba si sono fermati a 17 Re?
No, ma è il nostro capolavoro. Lo scrissi a metà tra un amore finito e uno nascente. Quando soffri sei più creativo, ce lo insegnano i vecchi nonni del blues.
Perché ama Steinbeck?
Me lo ha inculcato mia madre. Mi critica ancora per come mi trucco o per le donne che frequento. Se ho scritto molte canzoni incazzate è anche merito suo.
Enzo Jannacci ed Edoardo Bennato.
Del secondo ho amato il sarcasmo e l’ironia. Jannacci è un genio puro, come Gaber. Cantavo ‘Vengo anch’io’ a 6 anni. Vivevo nella papalina Ancona. Lì mi imbattei nei capelloni.
Una folgorazione.
A 5 anni e mezzo mi portarono a Portonovo d’estate. Mi rompevo i coglioni. Feci 3 chilometri di salita sotto il sole e aspettai i miei genitori. Non arrivavano. Piansi. Nessuno si fermò, tranne una 500 piena di capelloni. Lì ho capito che quelli strani sono molto più sensibili dei ‘normali’.
“Scrivo per esprimere un’inquietudine”.
Inquieto, insonne, faccio incubi. E amo l’amore: non so fermarmi. Ho tre figlie da due compagne diverse. Sono un padre anarcoide che prova a dare regole. Odio Facebook, ma in casa non conto nulla. Tutte donne. Quando sarò rincoglionito, speriamo almeno che mi accudiscano.
Com’è stato intervistare Licio Gelli?
Era il ’95, Arezzo. Dico ad Alex Majoli, grande fotografo: “Dai, intervistiamo Gelli”. Arriviamo a Villa Wanda, coi vasi di limoni pieni d’oro. Suoniamo. Ci fa attendere 10 minuti e poi apre. Gli chiesi di Andreotti e Berlusconi. Di Piazza Fontana no, avevo paura. Una situazione massonica, patafisica. In penombra. Un uomo con mille maschere.
Politicamente crede a qualcuno?
Del berlusconismo non ci libereremo mai, come del fascismo. Nulla è più antipolitico dei nostri politici. Il Pdl, ma anche il Pd. Ho votato Di Pietro, domani non so. La mia utopia è avere tecnici veri, non come questi che colpiscono i pensionati e sfottono i giovani.
Lei è fiorentino, come Renzi.
Un rottamatore da rottamare. Ha messo una pietra tombale sulla cultura a Firenze. E’ arrivato, giovane e pimpante, ha ammazzato tutto. Un berluschino che fa gite ad Arcore.
Ringo De Palma, batterista Litfiba, morì di droga nel ’90.
Ferita aperta. E tema delicato. A fine ’70 l’Italia era come gli Usa, quando la Cia invase le città di eroina per “calmare” i giovani. Al concerto di Lou Reed e Patty Smith scoprii troppi amici con l’ago nel braccio. Lo spirito punk mi ha salvato da remissività e autodistruzione. Le ho viste tutte e non sono ipocrita: qualche canna me la faccio. Non sono un santo. E me ne vanto.

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Re: Musica

Messaggio da Web »

Grandissimo Piero. Sicuramente un pò meno, ora, io la riunione dei Litfiba la vedo solo come un fatto puramente commerciale, ma quello che ha fatto specie negli anni Ottanta, resta scolpito nella storia della musica italiana. E giusto quello che lui dice su Vasco e Liga, rispetto e stop, loro sono di un altro mondo, lui è stato e sarà sempre genuino, anche troppo. E' vero che afferma che 17Re è stato il loro album migliore, una vetta che mai sarà raggiunta. Un disco che pochi conoscono, perchè quella era vera new wave, i Litfiba che giravano su un camioncino scassato, che spesso si esibivano in locali da quattro soldi, con pubblico scarso e non sempre benevolo. Io li ho visti live tantissime volte, e ricordo nella prima metà anni Ottanta in un locale di Torino vennero messi in fuga a suon di fischi e lattine sul palco dal pubblico inferocito...bè ci voleva coraggio a suonare dal vivo "L'Eneide". Poi poco tempo dopo tornarono da trionfatori, perchè già in certi ambienti fecero presto a diventare degli idoli. Poi è vero, per farsi conoscere dal grande pubblico dovettero "virare" decisamente sul commerciale, cosa che non fecero altri gruppi dell'epoca altrettanto bravi e sempre fiorentini come i Diaframma e i Neon. Ma da lì in poi sappiamo come è andata. In passato ha scritto nel 2000 con Massimo Cotto "Perfetto difettoso", la storia dei Litfiba vista a modo suo, mentre nello stesso periodo usci "A denti stretti", altro libro stavolta scritto da Ghigo Renzulli con il già citato Guglielmi, ovviamente vista anche la allora fresca separazione, erano due volumi molto diversi. Nei Litfiba sono transitati tanti fior di musicisti. Dai grandissimi Aiazzi e Maroccolo, finito poi con Giovanni Lindo Ferretti nei Cccp/Csi/Pgr, ai compianti Ringo De Palma e Candelo Cabezas, a "Tramba" Trambusti, a Roby Terzani, Francesco Magnelli e tanti altri. Ci sarà chi lo ama e chi lo odia, ma Piero sarà senz'altro un personaggio.
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Re: Musica

Messaggio da kira »

E' morta Whitney Houston, aveva 48 anni. Whithney era una predestinata al successo musicaale: la madre Cissy era una cantante di gospel, Whitney era cugina della star pop Dionne Warwick e figlioccia della grande Aretha Fraklin.

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Re: Musica

Messaggio da torquato flacco »

kira ha scritto:E' morta Whitney Houston, aveva 48 anni. Whithney era una predestinata al successo musicaale: la madre Cissy era una cantante di gospel, Whitney era cugina della star pop Dionne Warwick e figlioccia della grande Aretha Fraklin.

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Re: Musica

Messaggio da kira »

E' morto Lucio Dalla, stroncato da infarto
Se ne va mito della musica. Il grande cantautore bolognese avrebbe compiuto 69 anni il 4 marzo. Si trovava in Svizzera per una serie di concerti. Era tornato a Sanremo dopo 40 anni. Dalla sua casa di Bologna a tutto volume i suoi brani. Fans disperati: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... SPETTACOLO

Un altro grande che se ne va. Ciao, Lucio: http://www.youtube.com/watch?v=PNPtZkZYzRw&feature=fvst
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Re: Musica

Messaggio da Gioventù Biancoceleste »

R.I.P. LUCIO!!
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Re: Musica

Messaggio da torquato flacco »

Un grande artista, un personaggio intelligente, simpatico e anche molto legato al mondo del calcio e dello sport in generale. E come sempre, sono i migliori che ci lasciano :( :( :(
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Re: Musica

Messaggio da kira »

In questi giorni sono usciti diversi cd musicali niente male...almeno per me. :D
Cito il supergruppo dei Lightships con il loro Electric Cables, vale la pena di ascoltarlo tutto o almeno Two Lines, Sweetness in her spark, The warmth of the sun, Muddy rivers...per qualcosa di più energico ci sono i Pontiak con Echo Ono, infine anche i Sigur Ros, a chi piace il genere, hanno pubblicato il loro ultimo lavoro Valtari, come pure i Train, quelli di "Hey soul sister", commerciale ma gradevole il loro California 37...come la strada che percorrono tutti i giorni...
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Re: Musica

Messaggio da ars72 »

ieri per smaltire lo 0-4 di Torino mi sono consolato col concerto dei Killing Joke..bella serata in un posto chiuso, una sorta di arena poco adatta forse per rendere al meglio come acustica ( con qualche responsabilità del fonico forse )..suoni ovattati e dispersi e canzoni nn sempre resre al meglio.
Cmq Coleman è impressionante per carisma e potenza..un predicatore che si è presentato in mimetica, col trucco da joker ovviamente, che ha marciato per un'ora e mezza tra vecchi successi e il nuovo album. E'partito in sordina subito con 2 pezzi notissimi come Love like blood e Requiem, poi ha rispolverato altri classici come Empire song e Bloodsport,e nella fase centrale si è calato nella presentazione dei nuovi brani, sempre molto aggressivi e taglienti. Finale in crescendo con The wait e Wardance per chiudere in una mezza bolgia finale con Pandemonium..zero concessioni di parole in piu' al pubblico, ma stile trascinante..sicuramente da vedere perchè sono ancora in forma e con la line-up originale quasi al completo!
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Re: Musica

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Grazie per il commento i Killing Joke restano sempre tra i miei preferiti in assoluto :D
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