rambo cica ha scritto:Ti do ragione all'80% però un 20% di torto lo do anche a loroErste ha scritto:Di certo non sono gli ultras quelli che devono fare un passo indietro, è l'ex presidente del Sottomarina ad aver imboccato la strada sbagliata
Quando lo jesolo si spostò a sandonà a scapito dell'allora san donà
Non mi sembra che i caimani si siano strappati i capelli perchè lo jesolo si chiamava ora san donà e la loro società spariva
Stassa cosa è successo qui ma con risultati opposti
Evidentemente dal punto di vista della comunicazione è stato fatto un errore basilare che nessuno vuol porre fine.
Quella è una storia piuttosto complicata che aveva preso il via nel 2001 quando con un'escamotage ci fu uno scambio di titolo sportivo. Ovvero il Sandonà neoretrocesso in D si trasferì a Jesolo divenendo Città di Jesolo, mantenendo la propria matricola, la propria storia fatta di sette campionati di C ma in realtà rappresentò la continuazione del Lido di Jesolo dell'allora presidente Pavanetto che di fatto acquisì due categorie in men che non si dica. Operazione che li vide adottare i colori sociali neroazzurri propri della tradizione dello Jesolo, sparito qualche decennio prima. Città di Jesolo che ovviamente non aveva alcun legame con il San Donà e i suoi tifosi. Questa operazione portò un indubbio vantaggio al neonato Città di Jesolo dato che solo grazie alla storia sandonatese fu poi ripescato in serie C2 dopo aver vinto i play-off di girone e surclassando nella graduatoria del ripescaggio squadre con ben altra storia di una compagine agli effetti nuova di zecca. Sul fronte sandonatese nacque il Sandonà 1922 che solo grazie al titolo sportivo del Lido di Jesolo potè iscriversi alla Promozione, per questo motivo quello fu in pratica uno scambio di titolo sportivo. Questa nuova realtà biancoceleste fu seguita dai tifosi sandonatesi. In epoca recente dopo traversie societarie inenarrabili il Sandonà 1922 si ritrovò praticamente sull'orlo del baratro. Mai promozione in D fu più foriera di tragedie, il primo torneo di D concluso con una retrocessione sanata con il ripescaggio per poi retrocedere definitivamente in Eccellenza l'anno seguente. Repentino il cambio di dirigenza a furor di amministrazione comunale ma anche questi nuovi salvatori di patria si volatizzarono dopo pochi mesi di Eccellenza e in piena autogestione arrivò la terza retrocessione consecutiva ai play-out. Con debiti a non finire, la possibilità di continuazione non era nelle cose. Tant'è che il settore giovanile già staccatisi qualche anno prima dalla prima squadra e che si era fatto carico di portare a termine la stagione decise di tornare nel suo alveo. In quel contesto maturò il progetto SandonàJesolo che in origine doveva convogliare le forze imprenditoriali e i buoni propositi dei comuni di Jesolo e San Donà per dar forza ad una realtà che potesse competere ai massimi livelli in serie D. Non fu facile accettare questo ritorno del titolo sportivo riportato a San Donà dal presidente Pavanetto ma vennero mantenuti fissi dei paletti precisi costituiti da Nome, Stadio e Colori Sociali. Da quella condivisione prese avvio un'avventura lunga tre anni che regalò delle soddisfazioni vere alla tifoseria e che indubbiamente non rinneghiamo. Come tutte le cose nate a tavolino per aver un futuro vi deve essere un'unità di intenti ma dopo solo un anno le realtà imprenditoriali che inizialmente avevano supportato il SandonàJesolo si allontanarono, e lentamente il tutto incominciò a sfaldarsi. Dopo solo un triennio gli unici che non hanno nulla da rimproversi sono stati ancora una volta i tifosi tant'è che la scorsa stagione la ripartenza in Terza ha visto comunque la tifoseria supportare la squadra della propria città. A Chioggia non mi sembra che si sia perseguita la condivisione di un progetto, chiamare Clodiense la squadra è stato solo il primo di una serie di errori che sin da subito hanno creato un solco con una tifoseria di tradizione che di suo doveva già affrontare il fallimento della propria squadra. Credere che tutto avrebbe trovato un suo equillibrio successivamente è stata una debole certezza.