ACCADDE OGGI
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ACCADDE OGGI
30 ottobre 1977
Renato Curi, talento del Perugia, muore in campo
Era una normale domenica d’ottobre del 1977. Allo Stadio Pian di Massiano di Perugia era arrivata la Juventus di Giovanni Trapattoni, fortemente determinata a riscattare la sconfitta dell’anno precedente che le era costata lo scudetto. Siamo alla quinta giornata del campionato di Serie A e il Perugia, guidato da Ilario Castagner, era una delle note più liete di quel campionato. Un’ottima squadra, composta da qualche sicuro talento in erba. Uno di questi era il regista: Renato Curi. Nato ad Ascoli Piceno nel 1953, Curi è alto 1.65m tanto da essere il giocatore più basso di tutto il campionato.
Cresciuto nel Giulianova, con il quale si guadagnò la promozione in Serie C. I suoi polmoni d’acciaio, i suoi piedi delicati e la capacità di essere sempre nel vivo del gioco si fanno notare subito e il Como decide di investire su di lui. Nonostante la stagione deludente, Curi viene acquistato dal Perugia, e diviene subito protagonista della storica promozione in Serie A e della meravigliosa salvezza l’anno successivo. Poi arriva quel maledetto campionato 1977/78 il Perugia gioca bene, vince e si trova primo in classifica.
Quella piovosa domenica di fine ottobre a Perugia, la Juventus è in difficoltà: il campo è pesante e i grifoni lottano su ogni pallone. Curi è il faro del centrocampo ma, verso la fine del primo tempo, si fa male in un contrasto; nulla di grave e torna a giocare. Ma improvvisamente al 5′ della ripresa Curi si accascia sul terreno di gioco, le facce dei giocatori in campo fanno intendere subito la gravità della situazione. Curi ha perso i sensi e gli vengono praticate due iniezioni e il massaggio cardiaco. Non bastano, viene trasportato d’urgenza all’Ospedale di Perugia, ma alle 16.30 Renato Curi muore a soli 24 anni. Sapeva di avere un “cuore matto”, ma la possibilità di essere abbandonato da un momento all’altro era stata messa in conto. Per lui sarebbe stato troppo difficile rinunciare al calcio, che per lui valeva più della sua stessa vita…
http://urbanpost.it/
il ricordo dei compagni di squadra
https://www.youtube.com/watch?v=YeIwUvK7Dmk
Renato Curi, talento del Perugia, muore in campo
Era una normale domenica d’ottobre del 1977. Allo Stadio Pian di Massiano di Perugia era arrivata la Juventus di Giovanni Trapattoni, fortemente determinata a riscattare la sconfitta dell’anno precedente che le era costata lo scudetto. Siamo alla quinta giornata del campionato di Serie A e il Perugia, guidato da Ilario Castagner, era una delle note più liete di quel campionato. Un’ottima squadra, composta da qualche sicuro talento in erba. Uno di questi era il regista: Renato Curi. Nato ad Ascoli Piceno nel 1953, Curi è alto 1.65m tanto da essere il giocatore più basso di tutto il campionato.
Cresciuto nel Giulianova, con il quale si guadagnò la promozione in Serie C. I suoi polmoni d’acciaio, i suoi piedi delicati e la capacità di essere sempre nel vivo del gioco si fanno notare subito e il Como decide di investire su di lui. Nonostante la stagione deludente, Curi viene acquistato dal Perugia, e diviene subito protagonista della storica promozione in Serie A e della meravigliosa salvezza l’anno successivo. Poi arriva quel maledetto campionato 1977/78 il Perugia gioca bene, vince e si trova primo in classifica.
Quella piovosa domenica di fine ottobre a Perugia, la Juventus è in difficoltà: il campo è pesante e i grifoni lottano su ogni pallone. Curi è il faro del centrocampo ma, verso la fine del primo tempo, si fa male in un contrasto; nulla di grave e torna a giocare. Ma improvvisamente al 5′ della ripresa Curi si accascia sul terreno di gioco, le facce dei giocatori in campo fanno intendere subito la gravità della situazione. Curi ha perso i sensi e gli vengono praticate due iniezioni e il massaggio cardiaco. Non bastano, viene trasportato d’urgenza all’Ospedale di Perugia, ma alle 16.30 Renato Curi muore a soli 24 anni. Sapeva di avere un “cuore matto”, ma la possibilità di essere abbandonato da un momento all’altro era stata messa in conto. Per lui sarebbe stato troppo difficile rinunciare al calcio, che per lui valeva più della sua stessa vita…
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Re: ACCADDE OGGI
2 novembre 1975
Omicidio di Pierpaolo Pasolini all'Idroscalo di Ostia
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Re: ACCADDE OGGI
Il Genoa ricorda Gianluca Signorini
6 novembre 2002. Sono passati tredici anni dalla scomparsa di Gianluca Signorini. Sette stagioni nel club più antico d’Italia, incarnando fino in fondo quei valori che chi tifa Genoa sente così suoi. Maglia rossoblù indosso, Grifone sul petto e fascia di capitano al braccio. Un capitano coraggioso, in campo e nella malattia. Andandosene, Gianluca Signorini ha lasciato un vuoto. Un vuoto colmato dal ricordo di lui che ogni genoano porterà sempre con sé.
http://www.pianetagenoa1893.net/
6 novembre 2002. Sono passati tredici anni dalla scomparsa di Gianluca Signorini. Sette stagioni nel club più antico d’Italia, incarnando fino in fondo quei valori che chi tifa Genoa sente così suoi. Maglia rossoblù indosso, Grifone sul petto e fascia di capitano al braccio. Un capitano coraggioso, in campo e nella malattia. Andandosene, Gianluca Signorini ha lasciato un vuoto. Un vuoto colmato dal ricordo di lui che ogni genoano porterà sempre con sé.
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Re: ACCADDE OGGI
12 novembre 2003
La strage di Nassiriya
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... 71d91.html
13 novembre 1985
La catastrofe in Colombia provocata dall'eruzione del Vulcano Nevado del Ruiz.
Ci furono almeno 23mila morti.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2 ... e8ab8.html
La strage di Nassiriya
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13 novembre 1985
La catastrofe in Colombia provocata dall'eruzione del Vulcano Nevado del Ruiz.
Ci furono almeno 23mila morti.
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Re: ACCADDE OGGI
18 novembre 1989
La misteriosa morte del centrocampista Bergamini
http://www.tuttomercatoweb.com/accade-o ... ini-755662
La misteriosa morte del centrocampista Bergamini
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Re: ACCADDE OGGI
La verità sul caso Bergamini non la sapremo mai. Un articolo della Gazzetta di un anno fa, già l'autopsia del 1990 smontava l'ipotesi del suicidio: http://www.gazzetta.it/Calcio/11-10-201 ... 9727.shtml
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Re: ACCADDE OGGI
22 novembre 1963
Il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy è assassinato a Dallas
https://it.wikipedia.org/wiki/Assassini ... ld_Kennedy
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Re: ACCADDE OGGI
Terremoto in Irpinia, quel 23 novembre di 35 anni fa
Chi c'era, quel 23 novembre del 1980 ricorderà per sempre l'ora del terremoto, le 19:34. E cosa faceva in quel momento. A quei tempi i canali tv si contavano sulle dita delle mani e a quell'ora la Rai trasmetteva un tempo di una delle partite della serie A giocate nel pomeriggio. Chi ne aveva approfittato per una gita fuori porta non poté non notare l'anomalia di una giornata calda, troppo calda per quella stagione. La terra tremò in Campania e Basilicata, con epicentro in Irpinia, per circa 90 interminabili secondi.
Un minuto e mezzo che rase al suolo interi paesi provocando circa 3000 morti, 9000 feriti, 300 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte, interi paesi isolati per giorni. Oggi, a 35 anni di distanza, il ricordo di quella giornata e delle settimane che seguirono, caratterizzate da uno Stato impotente dinanzi al disastro, incapace di coordinare i soccorsi, tardivi e insufficienti nonostante lo sforzo immenso messo in campo dai volontari, è tutt'altro che sbiadito. Dei 119 comuni irpini, furono 99 quelli che riportarono danni alle strutture.
Il sisma fu avvertito pesantemente anche a Napoli dove la gente si riversò in strada per passare la notte. Il tempo ha placato le furenti polemiche sull'erogazione dei fondi per la ricostruzione e sulle risorse destinate allo sviluppo industriale: complessivamente, per i comuni colpiti di Campania, Basilicata e Puglia, sono stati stanziati quasi 30 miliardi di euro (dati 2011 della Camera dei Deputati). Restano ancora code che riguardano le aree industriali della ex legge 219/81 e i fondi destinati ai Comuni. Ma resta soprattutto il ricordo dell'impegno dei sindaci nella ricostruzione e quello dei volontari di tutta Italia in uno scenario post bellico.
Come resta la scossa data dall'arrivo suoi luoghi della tragedia dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e una prima pagina del quotidiano Il Mattino entrata nella memoria collettiva con l'appello "Fate presto". Oggi, a 35 anni di distanza, dopo sprechi e inchieste, l'Irpinia non conserva se non in minima parte le tracce di quel disastro. Cosi' come la Basilicata dove è stato ricostruito il 90% circa delle abitazioni private (con "punte" del 100% a Balvano, nel Potentino, uno dei centri più colpiti dal sisma con 77 vittime) con un finanziamento complessivo di circa 4.840 miliardi di lire (circa 2,5 miliardi di euro).
Lo Stato mise in campo anche un robusto piano per la realizzazione di nuove infrastrutture e aree industriali, con uno stanziamento di circa 13 mila miliardi di lire (circa 6,7 miliardi di euro): 13 in Campania e sette in provincia di Potenza (Baragiano, Isca Pantanelle, San Nicola di Melfi, Tito, Viggiano, Valle di Vitalba, Balvano - a cui si aggiunge quella di Nerico, a cavallo con l'Avellinese). Nelle aree industriali si insediarono centinaia di imprese (un'ottantina delle quali in Basilicata); molte ebbero vita difficile e ormai sono chiuse senza dare continuità a quel progetto di ricostruzione e sviluppo che il legislatore aveva immaginato per il "cratere" del terremoto e i territori che lo circondavano.
Quel grande sforzo però non è stato completamente inutile: alcune grandi aziende sono tuttora in attività (è il caso degli stabilimenti della Ferrero di Balvano e Sant'Angelo dei Lombardi), altre sono arrivate sulla scia di quei programmi (come la Fiat a Melfi) ma soprattutto in quelle aree industriali, tramontato il sogno della grande industrializzazione delle aree interne, sono tuttora in attività decine di pmi di imprenditori locali.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... ac530.html
Avevo letto che molte persone morirono in un bar in uno dei centri piu' colpiti mentre guardavano la sintesi di juventus-inter.
Il mio ricordo lontano e in bianco e nero è quello del lampadario che oscilla di continuo e delle tendopoli sotto la neve.
Certo a pensarci bene quel 1980 cmq fu un anno terribile per l'Italia tra Ustica, stazione di Bologna e l'Irpinia.
Chi c'era, quel 23 novembre del 1980 ricorderà per sempre l'ora del terremoto, le 19:34. E cosa faceva in quel momento. A quei tempi i canali tv si contavano sulle dita delle mani e a quell'ora la Rai trasmetteva un tempo di una delle partite della serie A giocate nel pomeriggio. Chi ne aveva approfittato per una gita fuori porta non poté non notare l'anomalia di una giornata calda, troppo calda per quella stagione. La terra tremò in Campania e Basilicata, con epicentro in Irpinia, per circa 90 interminabili secondi.
Un minuto e mezzo che rase al suolo interi paesi provocando circa 3000 morti, 9000 feriti, 300 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte, interi paesi isolati per giorni. Oggi, a 35 anni di distanza, il ricordo di quella giornata e delle settimane che seguirono, caratterizzate da uno Stato impotente dinanzi al disastro, incapace di coordinare i soccorsi, tardivi e insufficienti nonostante lo sforzo immenso messo in campo dai volontari, è tutt'altro che sbiadito. Dei 119 comuni irpini, furono 99 quelli che riportarono danni alle strutture.
Il sisma fu avvertito pesantemente anche a Napoli dove la gente si riversò in strada per passare la notte. Il tempo ha placato le furenti polemiche sull'erogazione dei fondi per la ricostruzione e sulle risorse destinate allo sviluppo industriale: complessivamente, per i comuni colpiti di Campania, Basilicata e Puglia, sono stati stanziati quasi 30 miliardi di euro (dati 2011 della Camera dei Deputati). Restano ancora code che riguardano le aree industriali della ex legge 219/81 e i fondi destinati ai Comuni. Ma resta soprattutto il ricordo dell'impegno dei sindaci nella ricostruzione e quello dei volontari di tutta Italia in uno scenario post bellico.
Come resta la scossa data dall'arrivo suoi luoghi della tragedia dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e una prima pagina del quotidiano Il Mattino entrata nella memoria collettiva con l'appello "Fate presto". Oggi, a 35 anni di distanza, dopo sprechi e inchieste, l'Irpinia non conserva se non in minima parte le tracce di quel disastro. Cosi' come la Basilicata dove è stato ricostruito il 90% circa delle abitazioni private (con "punte" del 100% a Balvano, nel Potentino, uno dei centri più colpiti dal sisma con 77 vittime) con un finanziamento complessivo di circa 4.840 miliardi di lire (circa 2,5 miliardi di euro).
Lo Stato mise in campo anche un robusto piano per la realizzazione di nuove infrastrutture e aree industriali, con uno stanziamento di circa 13 mila miliardi di lire (circa 6,7 miliardi di euro): 13 in Campania e sette in provincia di Potenza (Baragiano, Isca Pantanelle, San Nicola di Melfi, Tito, Viggiano, Valle di Vitalba, Balvano - a cui si aggiunge quella di Nerico, a cavallo con l'Avellinese). Nelle aree industriali si insediarono centinaia di imprese (un'ottantina delle quali in Basilicata); molte ebbero vita difficile e ormai sono chiuse senza dare continuità a quel progetto di ricostruzione e sviluppo che il legislatore aveva immaginato per il "cratere" del terremoto e i territori che lo circondavano.
Quel grande sforzo però non è stato completamente inutile: alcune grandi aziende sono tuttora in attività (è il caso degli stabilimenti della Ferrero di Balvano e Sant'Angelo dei Lombardi), altre sono arrivate sulla scia di quei programmi (come la Fiat a Melfi) ma soprattutto in quelle aree industriali, tramontato il sogno della grande industrializzazione delle aree interne, sono tuttora in attività decine di pmi di imprenditori locali.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... ac530.html
Avevo letto che molte persone morirono in un bar in uno dei centri piu' colpiti mentre guardavano la sintesi di juventus-inter.
Il mio ricordo lontano e in bianco e nero è quello del lampadario che oscilla di continuo e delle tendopoli sotto la neve.
Certo a pensarci bene quel 1980 cmq fu un anno terribile per l'Italia tra Ustica, stazione di Bologna e l'Irpinia.
- torquato flacco
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Re: ACCADDE OGGI
Me lo ricordo come fosse ieri... anche in Penisola Sorrentina, benchè lontana dall'epicentro, si sentì molto forte... Molti palazzi vecchi crollarono o subirono danni irreparabili.ars72 ha scritto:Terremoto in Irpinia, quel 23 novembre di 35 anni fa
Chi c'era, quel 23 novembre del 1980 ricorderà per sempre l'ora del terremoto, le 19:34. E cosa faceva in quel momento. A quei tempi i canali tv si contavano sulle dita delle mani e a quell'ora la Rai trasmetteva un tempo di una delle partite della serie A giocate nel pomeriggio. Chi ne aveva approfittato per una gita fuori porta non poté non notare l'anomalia di una giornata calda, troppo calda per quella stagione. La terra tremò in Campania e Basilicata, con epicentro in Irpinia, per circa 90 interminabili secondi.
Un minuto e mezzo che rase al suolo interi paesi provocando circa 3000 morti, 9000 feriti, 300 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte, interi paesi isolati per giorni. Oggi, a 35 anni di distanza, il ricordo di quella giornata e delle settimane che seguirono, caratterizzate da uno Stato impotente dinanzi al disastro, incapace di coordinare i soccorsi, tardivi e insufficienti nonostante lo sforzo immenso messo in campo dai volontari, è tutt'altro che sbiadito. Dei 119 comuni irpini, furono 99 quelli che riportarono danni alle strutture.
Il sisma fu avvertito pesantemente anche a Napoli dove la gente si riversò in strada per passare la notte. Il tempo ha placato le furenti polemiche sull'erogazione dei fondi per la ricostruzione e sulle risorse destinate allo sviluppo industriale: complessivamente, per i comuni colpiti di Campania, Basilicata e Puglia, sono stati stanziati quasi 30 miliardi di euro (dati 2011 della Camera dei Deputati). Restano ancora code che riguardano le aree industriali della ex legge 219/81 e i fondi destinati ai Comuni. Ma resta soprattutto il ricordo dell'impegno dei sindaci nella ricostruzione e quello dei volontari di tutta Italia in uno scenario post bellico.
Come resta la scossa data dall'arrivo suoi luoghi della tragedia dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e una prima pagina del quotidiano Il Mattino entrata nella memoria collettiva con l'appello "Fate presto". Oggi, a 35 anni di distanza, dopo sprechi e inchieste, l'Irpinia non conserva se non in minima parte le tracce di quel disastro. Cosi' come la Basilicata dove è stato ricostruito il 90% circa delle abitazioni private (con "punte" del 100% a Balvano, nel Potentino, uno dei centri più colpiti dal sisma con 77 vittime) con un finanziamento complessivo di circa 4.840 miliardi di lire (circa 2,5 miliardi di euro).
Lo Stato mise in campo anche un robusto piano per la realizzazione di nuove infrastrutture e aree industriali, con uno stanziamento di circa 13 mila miliardi di lire (circa 6,7 miliardi di euro): 13 in Campania e sette in provincia di Potenza (Baragiano, Isca Pantanelle, San Nicola di Melfi, Tito, Viggiano, Valle di Vitalba, Balvano - a cui si aggiunge quella di Nerico, a cavallo con l'Avellinese). Nelle aree industriali si insediarono centinaia di imprese (un'ottantina delle quali in Basilicata); molte ebbero vita difficile e ormai sono chiuse senza dare continuità a quel progetto di ricostruzione e sviluppo che il legislatore aveva immaginato per il "cratere" del terremoto e i territori che lo circondavano.
Quel grande sforzo però non è stato completamente inutile: alcune grandi aziende sono tuttora in attività (è il caso degli stabilimenti della Ferrero di Balvano e Sant'Angelo dei Lombardi), altre sono arrivate sulla scia di quei programmi (come la Fiat a Melfi) ma soprattutto in quelle aree industriali, tramontato il sogno della grande industrializzazione delle aree interne, sono tuttora in attività decine di pmi di imprenditori locali.
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Avevo letto che molte persone morirono in un bar in uno dei centri piu' colpiti mentre guardavano la sintesi di juventus-inter.
Il mio ricordo lontano e in bianco e nero è quello del lampadario che oscilla di continuo e delle tendopoli sotto la neve.
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kyra, ma tu c'eri?
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Re: ACCADDE OGGI
Quella sera non lo sentì, i miei genitori furono avvertiti dal nonno. In Ancona la scossa si avvertì pur essendo molto lontana dall'epicentro.
A quel tempo lessi forse nei giornali e sul Guerino che morirono anche numerosi abbonati dell'Avellino e anche alcuni giocatori dell'Irpinia che era in serie D.
I ricordi sono confusi forse qualcuno ne sa di più.
A quel tempo lessi forse nei giornali e sul Guerino che morirono anche numerosi abbonati dell'Avellino e anche alcuni giocatori dell'Irpinia che era in serie D.
I ricordi sono confusi forse qualcuno ne sa di più.
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Re: ACCADDE OGGI
8 dicembre 1980
John Lennon ucciso da Mark David Chapman a New York
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura ... ede66.html
John Lennon ucciso da Mark David Chapman a New York
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura ... ede66.html
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Re:
forse anche di piu'....Maremma ha scritto:Settantadue anni fa.
Genesi di un genio.